La Nuova Sardegna

Olbia

Monte Pino, un’altra frana nel cantiere

di Dario Budroni
Monte Pino, un’altra frana nel cantiere

La pioggia della scorsa settimana ha danneggiato anche un secondo attraversamento idraulico ancora in costruzione

07 maggio 2020
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OLBIA. Il cantiere abbandonato, in alcuni punti, si è come sgretolato. Prima di riaccendere le ruspe bisognerà fare una seria conta dei danni. Perché a Monte Pino la pioggia non ha danneggiato soltanto il grande attraversamento idraulico sulla strada provinciale 38 bis. L’acqua caduta nelle scorse settimane ne ha sconquassato anche un altro, più piccolo e appena abbozzato, sempre all’interno dello stesso cantiere. È uno degli effetti dell’abbandono. Avviati due anni fa, i lavori si sono infatti interrotti nel giugno del 2019 per alcune difficoltà dell’impresa che aveva vinto l’appalto per la ricostruzione del tratto di strada crollato durante l’alluvione del 2013. Le opere fin qui realizzate si trovano da undici mesi in balìa degli agenti atmosferici. Nei giorni scorsi l’Anas ha fatto un sopralluogo nel cantiere. La Regione, con l’assessore al Lavori pubblici Roberto Frongia, ha invece spiegato che l’obiettivo è far tornare gli operai entro giugno.

Seconda frana. Le abbondanti piogge di due settimane fa hanno causato diversi danni. Il più importante è stato già descritto sulle pagine della Nuova Sardegna: un attraversamento idraulico ancora incompleto si è spezzato ed è in parte collassato su se stesso. E adesso si scopre che più o meno la stessa cosa è accaduta anche a poche centinaia di metri di distanza, sempre sulla stessa strada. Anche qui l’impresa aveva cominciato a costruire un attraversamento idraulico, di dimensioni più modeste, che sarebbe dovuto servire a far defluire le acque meteoriche in sicurezza sotto il livello stradale. Ma pure in questo caso si vede chiaramente che le fondamenta in cemento armato si sono in parte rotte: l’acqua ha portato via la terra e si è infilata sotto la costruzione, che alla fine si è spaccata. E tutto questo in un cantiere aperto proprio per ricostruire il tratto della Olbia-Tempio che passa all’ombra di Monte Pino. Perché fu proprio qui che il 18 novembre 2013, in piena alluvione, si aprì una gigantesca voragine. Due le auto trascinante via dalla violenza del fango. Tre i morti.

Stato di abbandono. La scorsa settimana l’Anas, dalla quale dipende la ricostruzione della strada, aveva visitato il cantiere per verificare i danni causati dalla pioggia. Poi, riferendosi all’attraversamento idraulico sulla provinciale 38 bis, aveva spiegato che «l’opera non è stata in grado di garantire il corretto smaltimento delle acque meteoriche precipitate in enorme quantità ed è stata danneggiata proprio a causa del mancato completamento». E poi ancora: «Dal sopralluogo è infatti emerso il corretto funzionamento e nessun problema per le opere che, al contrario, sono state ultimate o stanno per esserlo». Insomma, uno stato di abbandono che, oltre a rappresentare l’ennesima beffa per un territorio che da sei anni e mezzo attende la ricostruzione della strada, adesso mette a rischio anche le strutture in parte realizzate.

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