La Nuova Sardegna

Olbia

Uccide un cane a badilate: 54enne di Santa Teresa a processo

Tiziana Simula
Uccide un cane a badilate: 54enne di Santa Teresa a processo

Citazione diretta a giudizio per la morte del meticcio “Giacomo”. Il pm: colpito con crudeltà. La difesa: aggredito da un branco, ha dovuto reagire 

14 maggio 2020
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SANTA TERESA. È accusato di aver ucciso “Giacomo”, un meticcio di 17 anni, di averlo colpito più volte e con violenza con un badile fino a provocarne la morte. La Procura ha chiuso l’inchiesta sull’episodio accaduto il 23 gennaio 2019 a San Pasquale e ha disposto il decreto di citazione diretta a giudizio nei confronti di Daniele Arras, 54 anni, di Santa Teresa. L’uomo deve rispondere della morte di un anziano cane di proprietà di una vicina, Rossella Pintus, che era entrato nel suo terreno. Pesante l’accusa formulata dal pubblico ministero Nadia La Femina che nel capo d’imputazione evidenzia tanto la crudeltà del gesto che la volontà dell’uomo di colpire i punti vitali dell’animale, oltre la non necessità dell’atto vista l’età avanzata e le condizioni di salute del cane (ormai cieco) che lo rendevano incapace di rappresentare un pericolo per le persone. Stando all’accusa, Arras avrebbe colpito il cane con un’ascia o un’accetta provocandogli lesioni plurime e fratture. Il processo comincerà il 1 ottobre davanti al giudice Camilla Tesi.

Arras è difeso dall’avvocato Marco Salis, mentre Rossella Pintus annuncia che si costituirà parte civile con l’avvocato Giada Bernardi del Foro di Roma, cofondatore dello studio legale “GiustiziAnimale”, dedicato alla tutela degli animali e dei loro diritti. Era stato lo stesso Daniele Arras diversi giorni dopo il fatto, a rendere pubblico (oltre ad aver presentato denuncia ai carabinieri) ciò che era accaduto nella sua proprietà, a San Pasquale, in un vasto terreno dove alleva capre, conigli, galline, raccontando di essere stato azzannato ad un braccio da un cane mentre altri due lo ringhiavano, e di essersi dovuto difendere. Nei confronti di Arras si erano scatenati insulti e minacce di morte su Facebook.

«Attendiamo l’inizio del processo fiduciosi di poter chiarire la posizione del mio assistito – dice l’avvocato Salis – Nel contestare integralmente la ricostruzione dei fatti come indicata nel capo di imputazione, per altro frutto delle mere dichiarazioni della Pintus, ritengo sia necessario fare chiarezza su quanto accaduto, in quanto si ribadisce come il mio assistito sia stato vittima di un attacco da parte di un branco di cani, dal quale ha dovuto difendersi, di proprietà della signora Pintus. Gli stessi animali che già in precedenza avevano ucciso galline e conigli dell’Arras, fatti per i quali è stato richiesto alla Pintus un risarcimento dei danni in sede civile. Peraltro, lo stesso Arras è stato vittima di numerose minacce, anche di morte, la maggior parte delle quali pubblicate sul gruppo aperto su Facebook dalla stessa Pintus, e per questi fatti abbiamo depositato numerose denunce».

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