La Nuova Sardegna

Olbia

Olbia, Monte Pino: al setaccio l’impresa

di Tiziana Simula
Olbia, Monte Pino: al setaccio l’impresa

Procura di Tempio e Noe puntano sul capitolato speciale d’appalto e sui materiali utilizzati per i lavori

17 maggio 2020
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OLBIA. La documentazione relativa al capitolato speciale d’appalto e i materiali utilizzati per la costruzione delle opere, sono al vaglio dell’attività investigativa condotta dai carabinieri del Noe, ai quali il procuratore Gregorio Capasso ha affidato la delega per l’indagine sul cantiere della strada crollata di Monte Pino. Un’inchiesta scattata dopo che, in seguito alle violenti piogge di alcune settimane fa, si era verificato il cedimento in un punto della struttura in cemento armato realizzata nella strada provinciale 38 bis in costruzione: si era spezzato ed in parte sprofondato, un grande attraversamento idraulico in cemento armato, ancora incompleto.

Nel cantiere fantasma, senza operai e ruspe da quasi un anno, da quando cioè l’Anas ha rescisso il contratto all’impresa Imp di Carloforte che si era ritirata per problemi economici, i carabinieri del Nucleo operativo ecologico, coordinati dal luogotenente Giuseppe Iovene, hanno eseguito un nuovo sopralluogo, il secondo, per raccogliere ulteriore materiale utile alle indagini: rilievi tecnici e fotografici delle condizioni delle opere in cemento armato finora realizzate, con riferimento a quelle danneggiate e segnate da crepe e cedimenti. Non solo. È in corso di verifica la documentazione dell’impresa, già nelle mani della Procura, relativa al capitolato speciale d’appalto: gli accertamenti disposti dalla Procura ed eseguiti dal Noe, sono volti a verificare se il materiale utilizzato e la modalità di costruzione del manufatto, corrispondano a quanto indicato nel capitolato speciale d’appalto (nel quale vengono, appunto, definiti requisiti e qualità delle opere che devono essere realizzate, con particolare attenzione alle caratteristiche dei materiali impiegati e alle modalità di esecuzione dei lavori). Bisogna accertare che il materiale utilizzato sia quello giusto e l’opera eseguita correttamente. Il Noe ha ricevuto un’ampia delega dalla Procura e gli accertamenti si preannunciano lunghi e saranno quasi certamente supportati dalla nomina di un consulente tecnico, un ingegnere civile, che eseguirà verifiche sulle modalità di costruzione del manufatto che è crollato e sul materiale utilizzato. Sono previsti ulteriori sopralluoghi. La struttura finora realizzata – i lavori di ricostruzione della strada crollata il 18 novembre 2018 sono fermi al 30% – ha registrato due cedimenti: il primo, particolarmente visibile, ha interessato uno dei nove attraversamenti idraulici, il secondo, è avvenuto nel punto in cui l’impresa aveva cominciato a realizzare un altro attraversamento. Qui, la terra è franata e il primissimo basamento si è rotto.

A Monte Pino i lavori erano cominciati nel maggio 2018. Nel giugno 2019 l’impresa era andata via. Da allora è tutto fermo. A febbraio il cantiere è stato messo in sicurezza e gli operai, attraverso una procedura agevolata, sarebbero dovuti ritornare ad aprile. Poi un nuovo slittamento per via del Coronavirus. Ora, la Regione assicura la ripresa a giugno.

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