La Nuova Sardegna

Olbia

Tribunale e norme Covid «Riaprite la sede in città»

di Marco Bittau
Tribunale e norme Covid «Riaprite la sede in città»

Troppe limitazioni per i cittadini e gli avvocati nell’accesso agli uffici di Tempio Il Comitato civico: «A Olbia si potrebbero almeno rilasciare copie e documenti»

31 maggio 2020
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OLBIA. L’emergenza rischia di riaprire la ferita – in realtà mai cicatrizzata – del tribunale di Olbia, sede staccata di Tempio, chiuso con carte e processi trasferiti ai piedi del Limbara. Di fronte alla problematica situazione di accesso e fruibilità degli uffici tempiesi a causa delle limitazioni anti Covid il Comitato civico per l’istituzione del tribunale a Olbia ha chiesto la riapertura della sede in città, almeno per la richiesta e il rilascio di copie e documenti. Insomma, adempimenti di cancelleria. La proposta – inviata formalmente al presidente del tribunale Giuseppe Magliulo, al procuratore Gregorio Capasso e al presidente dell’Ordine degli avvocati Carlo Selis – inevitabilmente è destinata a riaprire la polemica sul tribunale conteso tra Tempio e Olbia, sede storica la prima, principale e popoloso centro di interessi la seconda.

«Per effetto del Coronavirus si è creata una grave situazione nel normale svolgimento delle attività del tribunale di Tempio e della relativa Procura, con riferimento soprattutto alla consegna di copie, fascicoli e altra documentazione da parte degli uffici all'utenza – spiega l’avvocato Ciriaco Pileri, presidente del Comitato civico –. Infatti, le rigide regole di protezione sanitaria richiedono il rispetto di procedure che, inevitabilmente, incidono nella già delicata situazione del presidio gallurese. Mi riferisco alla particolarità del territorio del circondario e alla distribuzione dei cittadini prima ancora che degli operatori per cui la maggior parte dell'utenza deve recarsi a Tempio, principalmente da Olbia e dalla bassa Gallura». «Nei vari protocolli – aggiunge Pileri – di tale aspetto non si tiene conto con la conseguenza che per ritirare anche un semplice foglio si debbano percorrere 70 chilometri di strada per nulla agevole, a orari inevitabilmente fissati per evitare assembramenti, spesso in giorni diversi, senza la possibilità di recuperare in un'unica occasione tutti i documenti richiesti».

Un problema oggettivo, nonostante gli addetti amministrativi del tribunale si stiano prodigando per venire incontro alle esigenze degli operatori. «La lontananza del tribunale dalla stragrande maggioranza della popolazione – continua il presidente del Comitato civico – se è stata per troppo tempo tollerata da volontà politiche a beneficio di pochi, deve oggi essere riesaminata con urgenza sia in chiave di necessaria revisione della geografia giudiziaria in generale, collocando il tribunale a Olbia, sia nel caso concreto prevedendo la possibilità di consegnare la documentazione richiesta anche in città». «Dal punto di vista tecnico la questione sarebbe molto semplice – spiega ancora Ciriaco Pileri – posto che le richieste di copie e il pagamento degli oneri continuerebbero nella comoda modalità telematica, quindi non ci sarebbe il rischio di smarrire marche da bollo o originali, il trasporto verso Olbia avverrebbe a mezzo di cancellieri e essistenti che già qui risiedono e sarebbero ben disposti in tal senso, mentre la materiale consegna si potrebbe effettuare nel palazzo di giustizia di via Loiri presso il giudice di pace. Si potrebbe anche ipotizzare di stampare direttamente la documentazione presso la cancelleria di Olbia, dotata di connessione Internet, utilizzando modalità di smart working o accesso da remoto e persino celebrare anche le udienze urgenti nelle ampie sale a ciò dedicate. Penso alle udienze di convalida degli arresti o quelle del giudice tutelare. Fin troppo semplice, a meno che non si voglia cestinare subito questa proposta tacciata di campanilismo o, peggio, bollata come strumentale sfruttamento dell'emergenza Covid».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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