Magazziniere infedele rubava nel supermercato
di Stefania Puorro
Dipendente di “Nonna Isa”, in viale Aldo Moro, smascherato dai carabinieri Portava via buste e scatole cariche di merce. «In sei anni mai la spesa qui»
03 giugno 2020
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OLBIA. Professione: magazziniere. Ruolo ricoperto: dipendente infedele. Non si sa da quanto tempo rubasse all’interno del supermercato in cui lavorava, il “Nonna Isa” di viale Aldo Moro (ex Romagnolo), ma da quando i carabinieri hanno cominciato a tenerlo sotto controllo, ha sottratto alimentari e merce di vario tipo ogni giorno. Così, “per aver causato forti danni economici”, è stato denunciato dai militari del reparto territoriale, guidato dal tenente colonnello Davide Crapa. E, ovviamente, è stato immediatamente licenziato dall’azienda.
L’ammanco. Lo scorso anno, il supermercato ha registrato un ammanco di oltre sessantamila euro: non si può dire, in questo momento, che il “buco” possa essere completamente attribuito al magazziniere, ma saranno le ulteriori indagini ad appurarlo.
Il sospetto. È stato un militare, che non era in servizio in quel momento, a notare il dipendente in atteggiamenti sospetti. Qualcosa non tornava. L’uomo, un olbiese di 52 anni, arrivava sul posto di lavoro troppo presto - anche alle 4 del mattino - ed entrava sempre da una porta secondaria. Così, i carabinieri, hanno deciso di approfondire il caso e hanno avviato un’attività di osservazione mirata con appostamenti continui.
Le prove. Si è quindi accertato che l’uomo, ogni giorno, spostava scatole e buste dall’interno del punto vendita verso la propria macchina. È stato filmato più volte e ogni suo movimento è stato documentato dagli investigatori. Arrivava prestissimo al market per avere tutto il tempo di selezionare la merce. Poi la sistemava all’esterno, spostandola sui carrelli, e faceva finta di dover buttare dei rifiuti. Ma la realtà era ben diversa: perché il bottino quotidiano lo nascondeva sempre nella sua macchina appena era sicuro di trovarsi fuori dal raggio di azione delle telecamere di sicurezza del supermercato, che evidentemente conosceva bene.
La trappola. Quando i carabinieri avevano ormai le prove schiaccianti in mano sui furti messi a segno, hanno bloccato il magazziniere venerdì scorso al termine di un turno di lavoro. E a quel punto, lui, non ha potuto fare o dire più nulla. La merce che aveva rubato anche quella mattina (per un valore di oltre 200 euro) era all’interno dell’auto: tutta contenuta in buste e scatole. Non solo. I carabinieri hanno fatto scattare la perquisizione domiciliare e pure in casa sono stati trovati gli stessi tipi di prodotti. Ora bisogna capire se tutto ciò che ha rubato lo tenesse per sé o lo vendesse ad altri. Se ciò venisse verificato, dovrebbe anche rispondere del reato di ricettazione.
Il magazziniere. C’è un aspetto singolare che riguarda il magazziniere denunciato: se non si sa ancora quando possa aver iniziato a mettere a segno i ripetuti furti, si sa invece per certo che non aveva mai fatto la spesa nel “suo” supermercato. Da quando, sei anni fa, era stato assunto (proprio nel periodo del passaggio dal Romagnolo al Gruppo Nonna Isa) non aveva comprato nemmeno un chilo di pane. Nessuno dei colleghi, comunque, si era mai accorto di nulla. E nei confronti del magazziniere, anche da parte dell’azienda, c’era stata sempre grande fiducia, visto che gli erano state consegnate le chiavi del punto vendita. Una fiducia che si è spezzata in un istante appena i carabinieri lo hanno smascherato. Da qui il licenziamento.
L’ammanco. Lo scorso anno, il supermercato ha registrato un ammanco di oltre sessantamila euro: non si può dire, in questo momento, che il “buco” possa essere completamente attribuito al magazziniere, ma saranno le ulteriori indagini ad appurarlo.
Il sospetto. È stato un militare, che non era in servizio in quel momento, a notare il dipendente in atteggiamenti sospetti. Qualcosa non tornava. L’uomo, un olbiese di 52 anni, arrivava sul posto di lavoro troppo presto - anche alle 4 del mattino - ed entrava sempre da una porta secondaria. Così, i carabinieri, hanno deciso di approfondire il caso e hanno avviato un’attività di osservazione mirata con appostamenti continui.
Le prove. Si è quindi accertato che l’uomo, ogni giorno, spostava scatole e buste dall’interno del punto vendita verso la propria macchina. È stato filmato più volte e ogni suo movimento è stato documentato dagli investigatori. Arrivava prestissimo al market per avere tutto il tempo di selezionare la merce. Poi la sistemava all’esterno, spostandola sui carrelli, e faceva finta di dover buttare dei rifiuti. Ma la realtà era ben diversa: perché il bottino quotidiano lo nascondeva sempre nella sua macchina appena era sicuro di trovarsi fuori dal raggio di azione delle telecamere di sicurezza del supermercato, che evidentemente conosceva bene.
La trappola. Quando i carabinieri avevano ormai le prove schiaccianti in mano sui furti messi a segno, hanno bloccato il magazziniere venerdì scorso al termine di un turno di lavoro. E a quel punto, lui, non ha potuto fare o dire più nulla. La merce che aveva rubato anche quella mattina (per un valore di oltre 200 euro) era all’interno dell’auto: tutta contenuta in buste e scatole. Non solo. I carabinieri hanno fatto scattare la perquisizione domiciliare e pure in casa sono stati trovati gli stessi tipi di prodotti. Ora bisogna capire se tutto ciò che ha rubato lo tenesse per sé o lo vendesse ad altri. Se ciò venisse verificato, dovrebbe anche rispondere del reato di ricettazione.
Il magazziniere. C’è un aspetto singolare che riguarda il magazziniere denunciato: se non si sa ancora quando possa aver iniziato a mettere a segno i ripetuti furti, si sa invece per certo che non aveva mai fatto la spesa nel “suo” supermercato. Da quando, sei anni fa, era stato assunto (proprio nel periodo del passaggio dal Romagnolo al Gruppo Nonna Isa) non aveva comprato nemmeno un chilo di pane. Nessuno dei colleghi, comunque, si era mai accorto di nulla. E nei confronti del magazziniere, anche da parte dell’azienda, c’era stata sempre grande fiducia, visto che gli erano state consegnate le chiavi del punto vendita. Una fiducia che si è spezzata in un istante appena i carabinieri lo hanno smascherato. Da qui il licenziamento.