La Nuova Sardegna

Olbia

piantagione di cannabis a “val di trau” 

Coltivava marijuana patteggia due anni

OLBIA. Mentre era in affidamento in prova ai servizi sociali per scontare una pena per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, continuava a coltivare le piantine di cannabis: ben 1500 quelle...

10 giugno 2020
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OLBIA. Mentre era in affidamento in prova ai servizi sociali per scontare una pena per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, continuava a coltivare le piantine di cannabis: ben 1500 quelle scoperte dai carabinieri, “amorevolmente” curate dal giovane in una piantagione ben nascosta tra la vegetazione, nelle campagne di Calangianus, in località Val di Trau. Ieri, Marco Manzo, 27 anni di Olbia, difeso dall’avvocato Pietro Carzedda, ha patteggiato la pena a due anni e 4 mesi di reclusione davanti al gip Marco Contu.

Il giovane, aiuto cuoco, era stato arrestato nel luglio 2019. L’attività d’indagine era stata delicata e complessa. E c’erano voluti lunghi e continui appostamenti. Ma alla fine i carabinieri erano riusciti a scoprire la piantagione di marijuana composta da 1500 piantine, con un’altezza variabile dai 15 ai 20 centimetri.

Il blitz era avvenuto alle 7 del mattino in località “Val di Trau”, nel territorio di Calangianus: mobilitati i carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Tempio con i quali avevano collaborato i militari della sezione di Calangianus, lo squadrone eliportato dei Cacciatori di Sardegna di Abbasanta, gli uomini del reparto territoriale di Olbia e un elicottero del 10° Nucleo dei carabinieri di Vena Fiorita. Le piantine di cannabis erano state messe a dimora in una zona sterrata di circa mille metri quadri, ma erano ben nascoste da un’alta vegetazione in un versante particolarmente impervio e non facilmente raggiungibile. Il giovane era stato sorpreso in flagranza e l’arresto era stato immediato. Secondo le accuse, non solo si prendeva cura delle piante, ma svolgeva anche le mansioni di custode: aveva infatti una tenda da campeggio e passava molte ore della giornata nell’area, sempre impegnato a irrigare e concimare. I carabinieri avevano anche scoperto che l’impianto per l’irrigazione era collegato in modo abusivo a una condotta irrigua consortile. Oltre alle piante di cannabis, erano stati sequestrati duemila metri di tubo in polietilene, raccordi, una trentina di taniche di fertilizzante specifico e materiali e utensili destinati alla coltivazione.

Ieri l’accoglimento da parte del gip del patteggiamento a due anni e 4 mesi di reclusione concordato dalla difesa e dal pubblico ministero Nadia La Femina. (t.s.)



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