La Nuova Sardegna

Olbia

buddusÒ 

Il rosario in sardo cantato dai bambini

L’antica preghiera della tradizione rivive grazie a un laboratorio

12 giugno 2020
2 MINUTI DI LETTURA





BUDDUSÒ. Il lockdown è finito e le attività avviate prima della pandemia possono vedere adesso la loro realizzazione. Così a Buddusò il laboratorio “Su rosariu in saldu .. cantadu in uddusoinu” dedicato alla preghiera del rosario, che è già stato recitato due volte nel cortile dell’oratorio della chiesa di San Quirico. È una preghiera semplice, familiare, intonata da bambini, bambine e ragazzi con l’ausilio di mature signore. Senza accompagnamento strumentale, ma con voce squillante e rosario alla mano, i giovanissimi hanno intonato a gran voce il canto religioso “in uddusoinu” e lo hanno dedicato alla Madonna Maria Soberana. È stato come fare un salto nel passato, quando le madri e nonne nel mese di maggio, come popolo di Dio, esprimevano con particolare intensità il loro amore e la loro devozione alla Vergine Maria. Era tradizione, a maggio, pregare il Rosario a casa, in famiglia, nelle varie chiese dislocate nel paese o nel vecchio cimitero monumentale per cantare le lodi a Maria Santissima. Ed è stato bello vedere e sentire i bambini cantare la preghiera del rosario “in uddusoinu”, così come vedere le facce c soddisfate di don Angelo Malduca e delle insegnanti. «È una esperienza da ripetere hanno detto tutti a gran voce», alla fine della preghiera. «E sia», ha risposto don Angelo. Gli appuntamenti sono sempre in spazi ampi all’aperto: solo per il mese di giugno il mercoledì alle 19.30. Il prossimo sarà il 20 giugno nel piazzale davanti alla chiesa di san Ambrogio, poi il 27 nel piazzale della chiesa di Santa Anastasia e una eccezione, giovedì, davanti alla statua di Santa Rita.

Nato un’idea di Antonietta Marroni in collaborazione con don Angelo Malduca, parroco del il laboratorio punta all’insegnamento e alla trasmissione in lingua sarda di una parte del patrimonio culturale religioso. La preghiera del rosario vanta una antica tradizione propria di ogni paese che pian piano, se non salvaguardata, rischia di entrare nel dimenticatoio. Si diceva “Sas pregadorias in limba, forti come radici, caduche come foglie di stagione”. La preghiera in sardo è parola del tempo e nel tempo.



In Primo Piano
Sanità

Ospedali, Nuoro è al collasso e da Cagliari arriva lo stop ai pazienti

di Kety Sanna
Le nostre iniziative