La Nuova Sardegna

Olbia

Sfuma il tesoretto per gli eventi

di Giandomenico Mele
Sfuma il tesoretto per gli eventi

L’emergenza Covid mette a rischio le entrate dell’imposta di soggiorno (circa due milioni di euro)

13 giugno 2020
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OLBIA. Un tesoro smaterializzato per la pandemia. Effetti collaterali del Covid-19 che rischiano di mandare gambe all’aria l’industria degli eventi e del consenso del Comune di Olbia. Una serie di iniziative che lungo tutto il 2019 hanno trasformato Olbia in un catalizzatore di turismo interno ed estero. La benzina nel motore era rappresentata dall’imposta di soggiorno. La pandemia rischia di lasciare buchi nel bilancio, il primo dei quali, forse quello più immediatamente visibile, potrebbe essere relativo proprio all’imposta di soggiorno. Il sindaco Settimo Nizzi aveva annunciato che le casse comunali potrebbero essere alleggerite di circa 2 milioni di euro, che non saranno incassati. Ora il Comune sta cominciando a vedere qualche euro dalle poche prenotazioni alberghiere, ma è una goccia al confronto dei due milioni di euro impiegati l’anno scorso per l’industria dell’intrattenimento.

Le spese. Dal bilancio del Comune si evince come le spese sostenute nel 2019, finanziate dall’imposta di soggiorno, siano ammontate a oltre due milioni di euro. In testa il concerto di Elisa, il clou degli eventi di Capodanno, costato 381 mila euro. A seguire l’Olbia Tattoo show, al Molo Brin e al Molo Bosazza dal 19 al 23 luglio 2019. Il Comune ha speso 292.500 euro per il grande evento dedicato all’arte del tatuaggio. Fuochi d’artificio, cibo, musica, concerti e dj set dal pomeriggio fino a notte. Chiudeva l’evento il concerto dei Subsonica e di Mahmood per un importo (extra) di 130 mila euro. L’altro evento che ha segnato l’estate di Olbia dello scorso anno è stato l’Aquabike world championship 2019, costato alle casse comunali la bellezza di 200 mila euro. Cifre importanti, che hanno superato il milione di euro, finanziate dall’imposta di soggiorno. Teoricamente una sorta di partita di giro. Perché l’amministrazione comunale ha sempre diffuso la logica che i grandi eventi portino i turisti, che occupano le camere degli hotel, gli appartamenti e B&B, garantendo incassi alle attività ricettive e commerciali, finanziando a loro volta la futura tassa di soggiorno per nuovi eventi. Ora il meccanismo si potrebbe interrompere. Niente eventi causa Covid-19, pochi incassi con la tassa del turismo, niente soldi per nuovi eventi.

La macchina turistica. Ma l’imposta di soggiorno ha aiutato la macchina turistica di Olbia anche dal punto di vista organizzativo. I due milioni hanno finanziato l’ufficio turistico del Comune (102 mila) e il programma di sviluppo turistico dell’Aspo (150 mila euro), che lavora su un pacchetto d’interventi dalla promozione turistica ai mercatini di Natale, dal mercato settimanale di Porto Romano allo sviluppo del marchio “Hello Olbia”.

Museo e santo patrono. Una voce importante è rappresentata anche dal museo archeologico, che entra nel novero delle spese finanziate con l’imposta di soggiorno per una spesa nel 2019 di 257.500 euro. Tra le voci di spesa più importanti c’è anche la “festa manna” di San Simplicio (assente illustre nel 2020 causa pandemia), che nel 2019 ha ricevuto dal Comune un finanziamento di 70 mila euro. Insieme alle 87 mila euro per le manifestazioni organizzate dalla biblioteca e i 34 mila euro per la stagione di prosa.

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