La Nuova Sardegna

Olbia

Immigrati clandestini nella villa di via Veronese

di Stefania Puorro
Immigrati clandestini nella villa di via Veronese

Blitz dei carabinieri: sequestrata una casa che ospitava una decina di stranieri Pensionato-usufruttuario indagato per favoreggiamento e falsità ideologica

24 giugno 2020
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OLBIA. Mesi di indagini senza sosta. Per smantellare un centro dello spaccio, per far luce su una doppia aggressione che in un caso è diventata un tentato omicidio, per dare un giro di vite nella lotta all’immigrazione clandestina. Tutto in una villa di oltre 300 metri quadri con giardino che si trova in via Veronese (angolo via Kennedy) e in cui vive un pensionato di 79 anni (difeso dagli avvocati Umberto Papandrea e Guido Da Tome): l’uomo è stato denunciato per favoreggiamento e per aver detto il falso. Le tante stanze della casa erano diventate l’alloggio di almeno una trentina di stranieri, soprattutto pakistani e nigeriani, che pagano dai 150 ai 500 euro al mese. Per loro, stare in quell’abitazione significava ottenere il permesso di soggiorno. Ma alcuni sono risultati irregolari ed è proprio per questo che, ieri, la villa è stata messa sotto sequestro (preventivo) su disposizione dell’autorità giudiziaria.

Il blitz. L’elicottero dei carabinieri di Vena Fiorita ha cominciato a volteggiare al mattino presto. A capo del blitz, gli uomini della stazione di Olbia Centro, con i quali hanno collaborato gli investigatori del Norm del reparto territoriale e il gruppo cinofili di Abbasanta. In quel momento in casa c’erano dieci inquilini (due italiani, tre pakistani e cinque nigeriani) e il pensionato, che risulta usufruttuario della casa di famiglia. Non c’era invece la badante nuorese quarantenne che viveva lì sino a quando, lo scorso 16 giugno, ha accusato l’anziano di averla minacciata, maltrattata e sottoposta a continue violenze fisiche e psicologiche. Ma la stessa donna, in quella casa, all’inizio del mese, era stata picchiata e ferita due volte. Nel primo caso, per aver difeso il pensionato, era stata accoltellata a una mano da un ambulante nigeriano (poi arrestato dai carabinieri). Pochi giorni dopo, per un motivo banale - i panni stesi che svolazzavano nel balcone vicino - era stata pestata da una coppia di nigeriani che avevano preso in affitto una delle tante camere: prima l’avevano colpita con il manico di una pala, poi avevano tentato di strangolarla. Entrambi erano stati ammanettati dai militari per tentato omicidio.

Le indagini. Sono tanti gli elementi raccolti finora dai carabinieri, ma c’è ancora molto da scoprire. Ieri i militari non hanno solo identificato gli affittuari abusivi (che per ora, da lì, non possono muoversi), ma hanno anche trovato rifiuti di ogni genere accumulati da mesi sia all’interno della casa che nel giardino, oltre a vecchi televisori, lavatrici, divani, batterie usate. E proprio per controllare le condizioni igienico sanitarie sono interventi gli ispettori della Assl. Non solo. I carabinieri hanno chiesto anche l’intervento dell’ufficio tecnico del Comune (a cui è stato affidato in custodia giudiziale l’immobile) e sono stati accertati abusi edilizi.

Il precedente. La villa sotto sequestro era finita nel mirino dei carabinieri del reparto territoriale, coordinati dal tenente colonnello Davide Crapa, lo scorso aprile. Perché lì era stato scoperto un laboratorio per il confezionamento dell'eroina allestito da tre giovani nigeriani arrestati qualche giorno prima. Un centro di riferimento per tutta la Gallura visto che sui cellulari dei tre, in meno di due ore, erano arrivate una settantina di chiamate da compratori di ogni paese del territorio. Oltre a recuperare 23 ovuli pronti per lo smercio, erano stati trovati altri 160 grammi di eroina purissima, sostanza da taglio e 650 euro in contanti.

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