La Nuova Sardegna

Olbia

«Una nuova perizia per la villa»

di Tiziana Simula
«Una nuova perizia per la villa»

L’istanza dei difensori al gup: macché immobile di pregio, è necessario stabilire l’effettivo valore

02 luglio 2020
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ARZACHENA. Una nuova perizia disposta dal tribunale di Roma per sgomberare ogni dubbio sull’effettivo valore della villa di Baia Sardinia del defunto imprenditore di Arzachena Sebastiano Ragnedda venduta all’asta il 26 gennaio 2016. Lo chiedono le difese degli imputati accusati dalla Procura di Roma di presunta turbativa d’asta, procedimento in fase di udienza preliminare davanti al gup di Roma Nicolò Marino (l’udienza prevista per ieri è slittata). Una ventina di giorni fa, le difese hanno presentato un’istanza congiunta con cui chiedono al giudice dell’udienza preliminare che venga nominato un perito che stimi l’esatto valore dell’immobile di Baia Sardinia, richiesta inviata anche al pubblico ministero Carlo Villani, nuovo titolare del fascicolo sulla presunta asta pilotata, subentrato a Stefano Rocco Fava (indagato dalla Procura di Perugia nell’ambito del “caso Palamara”), auspicando nel suo accordo.

L’obiettivo è quello di smontare il perno sul quale la Procura di Tempio, prima, con l’allora procuratore Domenico Fiordalisi (che diede il via all’inchiesta) e quella di Roma, poi, con Stefano Rocco Fava, hanno costruito l’impianto accusatorio che ha portato la procura capitolina a chiedere il rinvio a giudizio, a vario titolo, per undici persone, tra cui quattro magistrati accusati di presunta turbativa d’asta e il perito del tribunale di Tempio incaricato di valutare la residenza, l’ingegnere Ermanno Giua, che deve rispondere di falsa perizia. Impianto accusatorio che, appunto, ruota tutto sul valore dell’immobile di Baia Sardinia. Una villa di pregio venduta “a prezzo vile”, secondo l’accusa. Un immobile vecchio di almeno 45 anni, invece, secondo la difesa, al momento della perizia redatta da Giua, privo di allacci fognari e idrici, con gli infissi decadenti, e nessun parco o giardino di grandi dimensioni, presupposto perché possa definirsi “villa”.

L’istanza al gup è stata presentata dai difensori di Ermanno Giua, gli avvocati Antonello Desini e Fabio Varone, e alla richiesta hanno aderito le difese interessate: gli avvocati Gian Domenico Caiazza che assiste il giudice delle esecuzioni del tribunale di Tempio Alessandro Di Giacomo, gli avvocati Giovanni Azzena e Franco Luigi Satta, che tutelano l’ex presidente (ora in pensione) del tribunale di Tempio, Francesco Mazzaroppi, gli avvocati Filippo Di Nacci e Gianfranco Iadecola, difensori dei magistrati Chiara Mazzaroppi e Andrea Schirra, figlia e genero di Francesco Mazzaroppi, aggiudicatari della villa venduta all’asta e acquistata per 472mila euro.

Una battaglia combattuta a colpi di perizie. I difensori hanno sempre sostenuto, sulla base di quattro perizie di parte, che il valore della villa sia diverso, e cioè più basso, rispetto a quanto accertato “sulla carta” – non avendo mai eseguito alcun sopralluogo nell’immobile – dal perito nominato dal procuratore Fiordalisi, il commercialista Ferdinando Caldiero. Una stima, quella fatta dal perito calabrese su incarico della procura tempiese, strenuamente contestata dalla difesa di Giua: Caldiero definiva villa di pregio l’immobile di Baia Sardinia e collocava la località in Costa Smeralda. Le perizie di parte, rimarcano i difensori, dicono invece che la villa, per essere ritenuta tale, deve avere un parco circostante o un giardino di grandi dimensioni, mentre nel caso di villa Ragnedda, non c’è un solo metro quadro della Rebus, proprietaria solo dell’abitazione, il terreno intorno è di un’altra società. Sulla base di queste anomalie, il perito del tribunale di Tempio Ermanno Giua presentò, tempo fa, un esposto contro Caldiero, ritenendo di essere stato proprio lui a scrivere il falso nella relazione consegnata a Fiordalisi.

Sulla base di quell’esposto, il procuratore Andrea Garau, per qualche mese alla guida della procura di Tempio dopo che Fiordalisi lasciò la Gallura, nominò due super periti per accertare il valore esatto della villa e verificare chi avesse dichiarato il falso: Giua o Caldiero. Il fascicolo è finito a Roma all’attenzione del pm Fava. Che ha inspiegabilmente revocato la nomina dei due super periti, ritenendo che Caldiero avesse già chiarito ogni aspetto.

Ora le difese tornano all’attacco. Gli avvocati Desini e Varone ritengono che la nomina di un perito in sede di udienza preliminare possa sgomberare ogni dubbio sull’effettivo valore della villa al momento in cui fu venduta all’asta.

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