La Nuova Sardegna

Olbia

Stupefacenti dall’Albania tutta la banda a processo

di Tiziana Simula
Stupefacenti dall’Albania tutta la banda a processo

Dodici rinvii a giudizio e un patteggiamento per l’inchiesta condotta dalla Dda  Fiumi di cocaina, eroina e marijuana arrivavano in Gallura con le navi passeggeri

14 luglio 2020
2 MINUTI DI LETTURA





OLBIA. Sono stati tutti rinviati a giudizio (eccetto un patteggiamento), i componenti del sodalizio italo-albanese dedito al traffico di sostanze stupefacenti provenienti dall’Albania, stroncato l’estate scorsa dai carabinieri di Olbia nell’ambito dell’inchiesta Seaway, coordinata dalla Dda di Cagliari. Così ha deciso il gup del tribunale di Cagliari Maria Gabriella Muscas, accogliendo la richiesta di rinvio a giudizio formulata dal pm Rossana Allieri per i 14 imputati, sei dei quali erano finiti in carcere e ai domiciliari, accusati di associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale, detenzione e cessione di sostanze stupefacenti. Il processo comincerà il 18 novembre davanti al collegio del tribunale di Tempio. Stralciata la posizione di Skender Jusufi per nullità dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari e per Ervis Kapedani (ricercato), mentre Ioana Alexandra Todeci ha patteggiato la pena a 2 anni e 8 mesi. I 12 imputati sono: Malo Ramazan, Loreta Asara, Natalino Isoni, Christian Gusinu, Erida Sherri, Stefano Pinna, Giovanni Biosa, Lucio Baltolu, Arjan Sagajeva, Omar Ndiaye, Giuseppe Zedde e Oltjon Rocai.

La droga, in quantità ingenti, arrivava dall’Albania e veniva trasportata e piazzata nel mercato gallurese attraverso una rete ben organizzata. Ognuno aveva ruoli e compiti ben precisi. C’era un nucleo centrale con a capo Ramazan Malo, 54 anni, albanese, residente ad Olbia, raccordo tra l’Albania e la Gallura, che si occupava di far arrivare lo stupefacente nell’isola. E poi c’erano diversi personaggi galluresi che si occupavano di smerciarla, con destinazione giovanissimi, anche in età scolare, e ambienti della movida smeraldina. Così, attraverso una fitta rete organizzata, fiumi di cocaina, eroina e marijuana arrivavano in Gallura. Secondo l’inchiesta condotta dalla Dda, il personaggio di spicco era Malo, difeso dall’avvocato Giampaolo Murrighile (che assiste anche Asara, Isoni e Baltolu), ritenuto dagli investigatori a capo del nucleo centrale di cui facevano parte anche Jusufi ed Ervis Kapedani (il ricercato). Era Malo a coordinare l’attività del sodalizio che si occupava di acquistare e importare dall’Albania la droga che arrivava in Gallura con le navi passeggeri provenienti da Civitavecchia e Livorno. All’interno dell’associazione ricoprivano un ruolo attivo sia la compagna di Malo che di Kapedani, le quali, stando alle accuse, aiutavano i due nelle operazioni di compravendita della droga e del trasporto, tenendo i contatti con gli altri del sodalizio e occupandosi anche della cessione al dettaglio dello stupefacente. Tra gli altri difensori, gli avvocati Cristina e Pietro Cherchi, Gianni Falchi, Salvatore Carlo Castronovo.



In Primo Piano
Elezioni comunali 

Ad Alghero prove in corso di campo larghissimo, ma i pentastellati frenano

Le nostre iniziative