La Nuova Sardegna

Olbia

Scappa con le due figlie mamma sconterà 8 mesi

di Tiziana Simula
Scappa con le due figlie mamma sconterà 8 mesi

La donna era stata denunciata dall’ex marito per sottrazione di minore  Lui era stato assolto nel 2014: la moglie lo accusava di tenerla segregata in casa

25 luglio 2020
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TEMPIO. Sette anni di battaglia giudiziaria durissima, combattuta a colpi di denunce, processi e sentenze. Una storia delicata e complessa che ruota, loro malgrado, attorno a due bambine, due gemelline, oggi 11enni ma che all’epoca dei fatti, quando si scatenò la guerra tra i loro genitori, avevano solo quattro anni. Lei, la madre, nel giugno 2013, era fuggita da Tempio con le figlie e si era rifugiata a Sassari: accusava il marito e la sua famiglia di maltrattarla e di tenere lei e le bambine segregate in casa. Accuse pesantissime, che non avevano trovato riscontro nell’inchiesta della Procura. Il gip del tribunale di Tempio aveva quindi archiviato il caso, liberando l’operaio da ogni accusa. Ma la battaglia giudiziaria tra gli ex coniugi è andata avanti. E si è conclusa (in primo grado) solo ieri, a sette anni dalla fuga dell’ex moglie con le bambine. Con la condanna della donna, G.M. a otto mesi di reclusione per sottrazione di minore, per avere cioè portato via le figlie dal marito. Per quaranta giorni, come emerso in aula nel corso del processo, l’uomo non aveva potuto vedere le gemelline. Testimonianze e prove hanno confermato l’impianto accusatorio del pubblico ministero Gianmarco Vargiu. Le cui richieste sono state accolte dal giudice del tribunale di Tempio, Nicola Bonante, che ha condannato l’imputata – difesa dall’avvocato Dario Annunziata – a otto mesi di reclusione e al pagamento di una provvisionale e delle spese legali.

L’ex marito, assistito dall’avvocato Mario Perticarà, era stato assolto anche in un altro procedimento penale: era accusato di non aver rispettato la disposizione del giudice non riconsegnando le bambine alla madre al termine dei giorni stabiliti da trascorre insieme. L’uomo aveva dimostrato di averle tenute con sé su prescrizione dei medici in quanto colpite da un inizio di polmonite, con febbre altissima ed era necessario che stessero a casa. Il giudice aveva riconosciuto all’uomo di aver adempiuto al proprio dovere di padre. Mentre la battaglia per l’affidamento delle piccole è ancora in corso, dopo sette lunghi anni, numerose udienze e tanta sofferenza, si è concluso, il capitolo penale. Perlomeno, per quanto riguarda il primo grado di giudizio. «Prendiamo atto dell’esito del processo con il giusto rispetto dovuto ad una sentenza – dice il difensore della donna – ma, nel contempo, attendiamo il deposito delle motivazioni per valutare la probabile impugnazione, posto che le ragioni in fatto e in diritto a sostegno dell'innocenza della mia assistita non sono affatto poche né trascurabili, come riteniamo sia emerso nel corso dell'istruttoria dibattimentale e come abbiamo argomentato in sede di discussione».

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