La Nuova Sardegna

Olbia

«Dite basta a feste e battesimi»

di Stefania Puorro
«Dite basta a feste e battesimi»

Marcello Acciaro, responsabile dell’Unità di crisi del nord Sardegna, lancia un appello ai sindaci

15 settembre 2020
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OLBIA. «Vogliamo evitare un nuovo lockdown? Allora dobbiamo fermare le cattive abitudini, gli assembramenti. E quindi le feste, i funerali con troppa folla, i battesimi e i matrimoni con tanti invitati. Bisogna ripartire da qui, per evitare la diffusione di nuovi contagi da Coronavirus. Perché è il comportamento scellerato di alcuni ad aver creato questo caos».

Ha preso la parola per ultimo, ma è stato diretto. Marcello Acciaro, responsabile dell’Unità di crisi del nord Sardegna, ha partecipato alla conferenza socio sanitaria che si è svolta ieri al museo archeologico e ha lanciato un appello ai sindaci. Lo ha fatto dopo averli ascoltati tutti e sentito da loro l’assoluta necessità di «avere comunicazioni certe e immediate da parte dall’Ats sui tamponi fatti, sui positivi al Covid, sui negativi, sulle quarantene». Acciaro ha fatto una radiografia della situazione attuale: «Ora le emergenze sono due. Una è quella dei ricoveri: chi arriva al pronto soccorso in Gallura, deve essere mandato a Cagliari, a Sassari o Nuoro. L’altra è quella degli assembramenti continui, delle “ziminate” e delle feste tra gente del posto». E’ per questo che il capo dell’Unità di crisi del nord Sardegna ha fatto un passo indietro. «Sino al 7 agosto, avevamo soltanto 4 positivi - ha detto Acciaro -: un ragazzino di Olbia che aveva avuto contatti con una turista a San Teodoro, una svizzera che arrivava da Malta e che è in casa dal 2 agosto, una famosa modella che però non è mai scesa da uno yacht e un altro vacanziere. Il 15 agosto poi, dopo il primo positivo registrato a Santo Stefano, la situazione è esplosa. Quindi c’è stata l’emergenza delle discoteche. E in questo caso le linee di contagio sono state due: da una parte ci sono stati i turisti che hanno affollato le sale da ballo, dall’altra c’è stata una società che ha inviato nel nord Sardegna dei lavoratori stagionali, parte dei quali già positivi. Non è stato facile, venirne a capo. Ma la situazione, da questo punto di vista, sta migliorando. Ora invece i positivi sono troppo sparpagliati e negli ultimi 15 giorni c’è stata un’impennata di casi per le numerose feste organizzate dai giovani con decine e decine di persone. Ecco perché si devono bloccare gli assembramenti, prima che aprano le scuole. E qui devono fare la loro parte gli amministratori comunali».

Anche tutti i sindaci hanno ascoltato con attenzione e anche loro hanno alzato la voce su quelle che considerano mancanze inaccettabili da parte dell’Ats. Buchi di giorni e giorni per poter avere informazioni precise, persone in quarantena “dimenticate”, informazioni che si ottengono per vie affidabili ma ufficiose, dati e numeri che non sono mai precisi, centinaia di telefonate fatte da turisti o residenti senza riuscire a sentire la voce di un interlocutore. Problemi gravi, sollevati dal sindaco della Maddalena Luca Montella (che ha sollecitato per il suo territorio anche l’attivazione dell’Usca), dal vice sindaco di Tempio Gianni Addis, dal sindaco di Olbia Settimo Nizzi. «Dobbiamo fare una battaglia per avere più persone che diano informazioni puntali e precise - ha detto Nizzi -, ma dobbiamo avere la certezza che vengano inseriti negli elenchi anche i tamponi fatti al Mater». «La tempestiva comunicazione - ha sottolineato il sindaco di Sant’Antonio Carlo Duilio Viti - è fondamentale soprattutto per ricostruire i contatti più stretti. Un’impresa che in molti casi diventa quasi impossibile». Accanto alle informazioni che non arrivano, ci sono quelle contraddittorie. «Abbiamo avuto il caso di una persona sottoposta a tampone e risultata prima negativa, poi positiva, poi di nuovo negativa. E alla fine - ha spiegato il sindaco di Santa Teresa Stefano Pisciottu - è ricomparsa nell’elenco dei positivi pur non essendolo più».

Il sindaco di San Teodoro Domenico Mannironi ha proposto «una app organizzata dall’Ats dove tutti i sindaci possano avere i dati in tempo reale». Sulla stessa lunghezza d’onda i sindaci di Budoni, di Golfo Aranci, di Palau, di Arzachena, di Loiri Porto San Paolo. Tutti loro, così come rimarcato più volte dal presidente della conferenza socio sanitaria Antonio Satta, hanno gridato allo scandalo «per l’indifferenza e il silenzio della Regione, che per la terza volta non ha risposto al nostro invito voltando le spalle alla Gallura. Uno sgarbo istituzionale inaccettabile».

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