La Nuova Sardegna

Olbia

«Venticinque giorni per il tampone»

«Venticinque giorni per il tampone»

L’odissea di una giovane olbiese positiva al Covid e chiusa in casa dal 18 agosto

17 settembre 2020
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OLBIA. Contagiata e abbandonata. Una giovane donna di Olbia che ha scoperto di essere positiva al Covid ha dovuto penare per 25 giorni prima di ottenere la chiamata per il nuovo tampone che può liberarla dalla prigione casalinga e permetterle di tornare al lavoro. «Mi sono messa in auto quarantena dal 18 agosto – spiega Giulia – avevo la febbre. Ho fatto subito la segnalazione avendo scoperto che molti miei amici erano positivi. Mi hanno fatto il tampone solo il 24 agosto. Il test ha confermato che ero positiva al virus e mi è stato detto che sarei stata chiamata tutti i giorni per sapere se i miei sintomi peggioravano (come è stato) e se avessi bisogno della spesa o altro. Non mi hanno mai chiamato né risposto alle mie chiamate». La giovane spiega che, quando le è stata comunicata la positività, le è stato detto anche che i tamponi di controllo sarebbero stati fatti il 4 e il 7 settembre. Non è stato così: «Quando qualcuno ha iniziato a rispondermi, mi hanno detto che avrebbero aspettato dopo il 7 settembre. E dopo il 7 dicevano che mi avevano segnalato e mi avrebbero fatto sapere. Ho spedito mail a tutti e finalmente ieri sono stata contattata dal gabinetto di Solinas». Giulia è stata chiamata per fare il secondo tampone. Ma non può lasciar correre: «Penso che fare un tampone solo dopo 25 giorni sia abbastanza grave. E non è normale che sia stata chiamata a farlo solo perché una persona si è messa a fare chiamate a mio nome dalla Regione».

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