La Nuova Sardegna

Olbia

Incompiuta Monte Pino il Comitato si incatena

di Tiziana Simula
Incompiuta Monte Pino il Comitato si incatena

Ennesima protesta degli abitanti davanti al cantiere: negato il diritto alla viabilità Sotto accusa l’Anas, la Regione e la Provincia. Convalidato il sequestro dei lavori

01 ottobre 2020
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OLBIA. Si sono incatenati davanti al cantiere messo sotto sequestro dalla Procura di Tempio. E per il Comitato pro Monte Pino, quella di ieri, è stata l’ennesima protesta: da anni si battono senza sosta affinché venga ricostruita la strada crollata durante l’alluvione del 18 novembre 2013, nella quale morirono tre persone. Ma a distanza di sette anni da quella tragedia, la nuova strada ancora non c’è. E ora, quel poco che era stato ricostruito dopo anni di attesa e continue promesse da parte di Anas e Regione, è stato messo sotto sequestro dal procuratore Gregorio Capasso: il cantiere aperto (e poi abbandonato) dall’impresa Imp costruzioni generali di Carloforte, rischiava nuovi crolli. Così, con un decreto di sequestro d’urgenza, dopo un’accurata indagine dei carabinieri del Noe di Sassari da cui sono emerse gravi irregolarità nei lavori, sono stati messi i sigilli agli undici cantieri aperti nel tratto di strada della sp 38 bis interessato dalla ricostruzione. Sequestro convalidato dal gip del tribunale di Tempio, Caterina Interlandi.

«Ci prendono in giro da sette anni – ribadisce la presidente del Comitato Giuseppina Pasella, di Priatu, che ieri si è incatenata per protesta insieme ad altri componenti del Comitato – Ringraziamo la magistratura e il Noe, gli unici che ci stanno aiutando in questa nostra lotta. Che stanno facendo emergere questa beffa. A sette anni dal crollo, la strada di Monte Pino continua ad essere un’incompiuta, l’unica non realizzata tra quelle del pacchetto emergenziale legate all’alluvione. L’Anas, la Regione e la Provincia ci stanno negando il diritto alla viabilità. E continuano a fare sbagli su sbagli. L’Anas ci aveva addirittura invitati ad assistere alla firma del contratto della nuova impresa che avrebbe dovuto riprendere in mano e ultimare i lavori interrotti dalla Imp costruzioni. Ci avevano detto che il 16 settembre sarebbero ripartite le ruspe. Ma quali ruspe? Noi residenti, continuiamo a restare isolati e l’Alta e la Bassa Gallura divise».

Il sequestro della strada è scattato la settimana scorsa. Dall’inchiesta è emerso che nessuna opera era stata realizzata a protezione della nuova strada in costruzione. Niente che potesse tutelare dall’effetto erosivo delle intemperie e delle piogge le strutture realizzate fino a quel momento negli undici cantieri aperti. E infatti erano franati cumuli di massi. L’intera opera è risultata danneggiata e pericolante, addirittura con fondamenta senza alcun ancoraggio a parti solide. C’era insomma il rischio di un nuovo crollo delle opere realizzate. Sotto accusa la Imp costruzioni: indagata la rappresentante legale della società, Victoria Archontis, e il direttore dei lavori e Peppino Melis (difesi d’ufficio dall’avvocato Christian Cicoria).

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