La Nuova Sardegna

Olbia

«A giudizio per turbativa d’asta»

di Tiziana Simula
«A giudizio per turbativa d’asta»

Le richieste del pm di Roma per magistrati, avvocati e tecnici. «Proscioglimento per l’ex gip Carta»

15 ottobre 2020
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TEMPIO. Prima gli interrogatori dell’ex presidente del tribunale di Tempio ed ex presidente della Corte d’Appello di Sassari Francesco Mazzaroppi e di sua figlia Chiara, poi, le richieste del pubblico ministero Carlo Villani. Che alleggeriscono le posizioni di gran parte degli imputati e per due di loro – l’ex gip del tribunale di Tempio Elisabetta Carta e la cancelliera Francesca Debidda – ha chiesto il proscioglimento dalle accuse. Ma resta in piedi la contestazione principale, la presunta turbativa d’asta per la vendita di villa Ragnedda, per la quale il pm della procura capitolina ha chiesto il rinvio a giudizio per sette imputati, ribadendo la necessità che la complessa vicenda che lui ha ereditato solo pochi mesi fa, venga approfondita in un eventuale processo. La richiesta di rinvio a giudizio riguarda il giudice Alessandro Di Giacomo, l’ex presidente del tribunale di Tempio Francesco Mazzaroppi, sua figlia Chiara e suo genero Andrea Schirra, il perito che valutò la villa Ermanno Giua e gli avvocati Giuliano Frau e Tomasina Amadori (i legali sono difesi dall’avvocato Antonello Fadda), tutti coinvolti – stando alle accuse della Procura di Roma –, nella presunta asta pilotata per la vendita della villa di Baia Sardinia appartenuta al defunto imprenditore di Arzachena Sebastiano Ragnedda. Richiesta di rinvio a giudizio anche per la presidente della Corte d’appello di Cagliari Gemma Cucca per una sola contestazione: rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio.

La difesa dei Mazzaroppi. Si avvia alle battute finali l’udienza preliminare davanti al gup di Roma Nicolò Marino per gli undici imputati. Lunga e intensa l’udienza di ieri. Che si è aperta con gli interrogatori di Francesco Mazzaroppi e della figlia Chiara (difesi dagli avvocati Giovanni Azzena e Franco Luigi Satta per l’ex presidente, e l’avvocato Filippo Di Nacci per la figlia), quest’ultima acquirente della villa. «Non conosco né Ermanno Giua, né il giudice Di Giacomo – ha detto Chiara Mazzaroppi – Ho deciso di acquistare la villa venti giorni prima dell’asta e ho dato incarico all’avvocato Frau di occuparsene. Solo dopo che l’ho acquistata ho visto che non aveva allacci fognari e idrici e che l’avevo pagata a un prezzo superiore rispetto al valore effettivo». Francesco Mazzaroppi, ritenuto “il regista” dell’operazione, ha ribadito di non conoscere neppure lui Giua e di non mettere piede in tribunale da sette anni. «La decisione di comprare la villa è stata di mia figlia e per ogni consiglio si è rivolta all’avvocato Frau che ha presentato l’offerta per persona da nominare».

Le richieste del pm. Il pubblico ministero Carlo Villani, nuovo titolare del fascicolo, subentrato a Stefano Rocco Fava che ha costruito l’impianto accusatorio, ha chiesto il “non luogo a procedere” per l’ex gip Elisabetta Carta ritenendo inutilizzabili le intercettazioni telefoniche su cui si fondava l’accusa di rivelazione di segreti d’ufficio, così come sostenuto dal suo difensore Ivano Iai. Il proscioglimento dall’accusa di falso ideologico è stato chiesto anche per la cancelliera Francesca Debidda, difesa dall’avvocato Elias Vacca, per manifesta insussistenza del falso. Il pm ha inoltre ritenuto fondata l’eccezione di incompetenza territoriale sollevata dall’avvocato Jacopo Merlini per il cancelliere Maurizio Fara. Il procedimento sarà trattato a Tempio. E ha chiesto il proscioglimento per il giudice Di Giacomo dalle accuse di falso ideologico (in concorso con la Debidda) e abuso d’ufficio e il rinvio a giudizio per falso (legato alla vendita) e turbativa d’asta. Ha chiesto il non luogo a procedere per la presidente della Corte d’appello Gemma Cucca per le accuse di falso e favoreggiamento personale, e il rinvio a giudizio per rivelazione di segreti d’ufficio.

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