La Nuova Sardegna

Olbia

Attentato incendiario nella “Locanda Rudalza”

di Stefania Puorro
Attentato incendiario nella “Locanda Rudalza”

È il secondo in quattro mesi. I malviventi hanno usato bottiglie di benzina Il ristorante è dell’assessore Gesuino Satta. I gestori: «Non abbiamo nemici»

16 ottobre 2020
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OLBIA. Un attentato incendiario fotocopia. Esattamente come quello di quattro mesi fa. Nel mirino, per la seconda volta, la “Locanda Rudalza”, pochi chilometri a sud di Olbia, subito dopo i tornanti del Lido del Sole. Il ristorante specializzato in cucina sarda appartiene all’assessore Gesuino Satta (con deleghe per il servizio idrico Integrato, raccolta e smaltimento dei rifiuti, parchi urbani e tutela dell’ambiente) ma da due anni è gestito da Anna Bernardi e dal marito Fabrizio Riccardi. Limitati per fortuna i danni, perché è scattato subito l’allarme: anneriti la scala in legno che porta ai bagni del seminterrato e un muro. Danneggiati anche i teloni che circondano e proteggono la sala esterna del ristorante. Sul posto, avvertiti dalla società di vigilanza, si sono precipitati i gestori, i vigili del fuoco e i carabinieri del reparto territoriale guiati dal tenente colonnello Davide Crapa.

I malviventi (è quasi certo che si tratti di una banda) sono entrati in azione l’altro ieri sera attorno alle 22. Probabilmente hanno raggiunto il ristorante con una macchina, percorrendo via Punta Saline, completamente al buio. Hanno fatto una decina di metri e si sono diretti verso la parte posteriore del locale. Saliti i pochi gradini in pietra che portano verso la terrazza chiusa, hanno tagliato con un coltello uno dei teloni ignifughi e hanno lanciato verso l’interno una bottiglia piena di benzina. Poi, con il probabile obiettivo di devastare la struttura, hanno rotto anche un altro telone e cosparso con liquido infiammabile anche uno dei tavoli. Il fuoco è subito divampato ma altrettanto velocemente è scattato l’allarme. E così la squadra dei vigili del distaccamento della Basa, dopo aver spento le fiamme, ha potuto escludere i danni strutturali.

Non ha parole, Anna Bernardi. «Non riusciamo a darci un perché. Non abbiamo nemici e non abbiamo mai avuto problemi di alcun genere con nessuno. E non possiamo nemmeno dire che i responsabili possano avere nel mirino il proprietario della struttura. Quel che possiamo dire è che in un periodo difficile e duro come quello che stiamo attraversando, un gesto come questo, che avrebbe potuto avere conseguenze ben più gravi, è da condannare in modo duro. Anche perché è la seconda volta. Quando avevamo aperto, lo scorso giugno, subito dopo il lockdown, ci avevano già provato. E il modus operandi era stato lo stesso. Ma da allora abbiamo installato un sistema di allarme, che ha funzionato regolarmente e che ha fatto scappare i responsabili. Proprio l’altro ieri, invece, non era stato attivato il sistema di videosorveglianza. Siamo sicuri comunque che gli inquirenti riusciranno a far luce su quanto accaduto. Il momento delicato non ci consente di tenere il ristorante sempre aperto e lavoriamo solamente su prenotazione e nel pieno rispetto delle norme anticovid. Ci auguriamo solo che l’incubo sia finito».

Intanto sono scattate le indagini dei carabinieri che seguono più piste. Avrebbero già molti elementi in mano (anche se il riserbo è assoluto) e non si esclude che possano arrivare alla cattura della banda molto presto.

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