La Nuova Sardegna

Olbia

Nizzi: «La discarica resta e non sarà mai spostata»

di Serena Lullia
Nizzi: «La discarica resta e non sarà mai spostata»

Il sindaco nella frazione illustra il progetto di riqualificazione da 500mila euro Ma l’attenzione della gente è tutta per i miasmi che arrivano da Spiritu Santu

04 novembre 2020
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OLBIA. A metà tra l’atto eroico e l’autolesionismo. Il sindaco Settimo Nizzi sceglie di incontrare i cittadini di Murta Maria per illustrare il progetto di riqualificazione da mezzo milione di euro dedicato alla frazione. Primo lotto di un progetto da un milione e 250mila euro che comprende marciapiedi, percorso ciclabile, illuminazione, pavimentazione dell’area parcheggio all’ingresso del borgo. Sicuramente tutto bellissimo. Se non fosse altro che a Murta Maria il principale problema non sono i marciapiedi, anche se sono in condizioni pessime o la sicurezza stradale che durante l’estate in effetti è da delirio. Ma la convivenza forzata con l’impianto di smaltimento dei rifiuti gestito dal Cipnes con discarica annessa. E quando sei costretto a respirare i veleni della collina di Spiritu Santu ogni giorno, viene male entusiasmarsi di fronte al progetto comunale di riqualificazione. Inevitabili le di conseguenza le contestazioni al primo cittadini, momenti di tensione, l’intervento della polizia locale e qualche “zitta, stai zitta” di troppo che non aiuta il confronto.

Nizzi ci prova a tenere alta l’attenzione sul progetto di riqualificazione «che comprende anche l’abbattimento delle opere murarie che impediscono di vedere la chiesa dalla strada – dice –. Ovviamente d’accordo con la chiesa. Questo è il primo lotto che contiamo di mandare in appalto entro dicembre. Il secondo di 750mila euro sarà finanziato il prossimo anno». Ma è la discarica l’argomento che più preme ai cittadini. Basta solo nominarla per far esplodere la rabbia e la disperazione di anni. Pina Virdis abita a Murta Maria dal 2002. «Il sindaco minimizza un problema che noi viviamo ogni santo giorno – dice –. Con un problema come quello che abbiamo noi, mi dica cosa ce ne facciamo dei marciapiedi. Io non posso prendere una bicicletta, o uscire a passeggiare. Io la vorrei invitare a casa mia a prendere un mirto alle 9 di sera o la mattina presto. C’è da “cacciare fuori gli occhi”». Nizzi ribadisce la sua posizione su discarica e impianto Cipnes. «Conosco il problema e non vi ho mai preso in giro. Mai. Dice bugie chi vi promette che la discarica si può chiudere o spostare. Ve lo dico da 20 anni, non si chiude e non si potrà mai spostare. Non l’ho deciso io dove ubicare quella discarica. Solo con la realizzazione del biodigestore anaerobico avrà fine la dannazione degli odori di Murta Maria». Scenario di speranza se non avesse tempi di realizzazione da era geologica. «Il progetto è stato già autorizzato – rassicura Nizzi –. Stiamo solo spettando una cosetta piccola. 10 milioni di euro. Manca solo il denaro, le autorizzazioni ci sono tutte. Se le promesse di finanziare l’opera verranno mantenute, nel giro di un paio di anni credo che il problema potrebbe essere risolto». Nizzi precisa la causa dei miasmi. «In parte derivano dall’umido che viene trasformato in compost e in parte e soprattutto dai gas che esistono all’interno della discarica. Parliamo di milioni di metri cubi di gas che escono fuori». Una signora chiede al Comune la chiusura della discarica. Che invece verrà ampliata. Risponde Nizzi. «Guardi signora, faccia così. Lei si candida alla presidenza della Regione e ci chiude la discarica. Le discariche non si possono chiudere, altrimenti non si saprebbe dove mettere i rifiuti. E non se ne possono fare altre». E sul superamento di alcuni parametri di legge nei rilievi sulle falde acquifere, citati durante un intervento dal pubblico e contenuti nel monitoraggio del Cipnes alla base di una interrogazione del consigliere regionale Roberto Li Gioi, Nizzi smentisce. «Se ci fossero stati inquinamenti gravi, tali da causare nocumento alla popolazione, di gente che ha responsabilità di verifica e controllo ce ne sarebbe stata di meno in giro».

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