La Nuova Sardegna

Olbia

Astensionismo da record «Un dato da analizzare»

di Giuseppe Pulina
Astensionismo da record «Un dato da analizzare»

L’Eurispes annuncia un’indagine: mai urne così vuote alle elezioni comunali Balata: «È una disaffezione dalla politica che dovrebbe preoccupare tutti»

06 novembre 2020
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TEMPIO. Non è passato inosservato, ma il rischio che lo si possa sottovalutare è concreto. Il dato dell’astensionismo delle ultime amministrative non è un numero qualunque. Non solo per la sua indiscutibile consistenza (più di 4 tempiesi su 10 che hanno scelto di non votare), ma perché sembra essere la conferma di una tendenza in crescita che non troverebbe corrispondenza in tante altre realtà dell’isola. Se nel 2015 il totale dei tempiesi che andarono a votare è stato del 68,49%, cinque anni dopo è stato, invece, pari al 57,14%. Una differenza non trascurabile, che non ha trovato spiegazioni convincenti nei primi commenti del dopo-voto. Cinque anni fa, con quattro liste tra cui scegliere, sono stati 8.417 gli elettori che hanno esercitato il loro diritto al voto. Totale che si è ridotto a 6.864 nel 2020. Si dirà che nel 2015 le liste erano 4 e non 3 e che, quindi, la forza di attrazione verso l’elettorato era maggiore. Sarebbe una considerazione poco utile alla comprensione del fenomeno, perché allora il grosso dei voti si concentrò quasi tutto sulle prime due liste, rendendo quasi marginale l’apporto delle restanti. È stato anche detto che l’ultimo voto sia stato più deciso del precedente per l'esiguo numero di schede nulle o bianche. Ma questo sarebbe un errore di valutazione, perché il numero di schede non attribuibili a liste e candidati è suppergiù lo stesso e non solo in termini percentuali. Insomma, quello tempiese potrebbe essere un caso degno di studio. È anche quello che pensa Gerolamo Balata, direttore della sede regionale dell’Eurispes, che non nasconde l’interesse per un’eventuale indagine. «Questo dato ha, in effetti, fatto riflettere un po’ tutti e a tutti è parso chiaro che lo si possa spiegare con diverse motivazioni. Una di queste è legata al fatto che la gente si stia allontanando dalla politica; un’altra, di natura contingente, è data dalla situazione del covid che può, solo in parte, avere scoraggiato la partecipazione elettorale». Per Balata, quella che ha più da dire è soprattutto la prima. «È un caso di disaffezione dalla politica che presenta dimensioni accentuate e che dovrebbe preoccupare tutti. Tutti dovremmo farci carico dei suoi possibili effetti e capire che il modo migliore per porvi rimedio è quello di coinvolgere i cittadini nell’amministrazione della cosa pubblica».

A far luce sulle ragioni del mancato voto potrebbe contribuire proprio l’Eurispes. Magari con una di quelle indagini che servono per comprendere l’entità di numeri e cifre che non possono essere liquidati e bollati come una naturale tendenza dei giorni che corrono.

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