La Nuova Sardegna

OLBIA. Ritornano in libertà, Antonio Salerno, Massimiliano Piras e Fabio Azara, tutti e tre di Olbia, finiti in carcere nel febbraio scorso con l’accusa di far parte di un’organizzazione dedita al traffico di droga fra la Sardegna, la Campania e la Calabria. Il tribunale del Riesame – presidente Mauro Pusceddu – ha accolto la richiesta di revoca della misura cautelare in carcere presentata dal difensore dei tre arrestati, l’avvocato Mario Perticarà (Salerno è difeso anche dall’avvocato Fernando Vignes). I tre, ieri, sono stati scarcerati. Per loro e per il resto della presunta banda, al cui vertice, secondo l’accusa, c’erano i fratelli Antonio e Francesco Salerno, si è aperto la settimana scorsa il processo davanti al tribunale in composizione collegiale. Dodici gli imputati sotto processo a Tempio (tre saranno invece processati a Cagliari con rito abbreviato, Salvatore D’Auria e Rosario Polverino, entrambi di Napoli, e Vincenzo Andreacchio, calabrese). L’inchiesta denominata “Barber shop” era stata condotta dalla Direzione distrettuale antimafia di Cagliari. Stando alla ricostruzione degli inquirenti, i due fratelli Salerno gestivano gli acquisti di droga dai fornitori campani e calabresi e la vendita ai pusher per lo spaccio in Gallura e nel Sassarese. Imputati nel processo a Tempio anche il campione di motocross Lorenzo Pes, Salvatore Carta, Fortunato Davoli e Pietro Marras, tutti di Olbia, Francesco Carta, di Sorgono, Fabio Casula, di Monti, Salvatore Cuomo, di Pozzomaggiore, Gennaro D’Alessandro, di Sassari.

Tra i difensori, gli avvocati Giampaolo Murrighile, Domenico Putzolu, Federica Strusi, Gianluca Aste, Fernando Vignes, Claudio Mastandrea, Michele Ponsano. (t.s.)