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Olbia

Golfo Aranci, no del sindaco a un nuovo attracco merci: «Abbiamo scelto il turismo»

Marco Bittau
Golfo Aranci, no del sindaco a un nuovo attracco merci: «Abbiamo scelto il turismo»

Il primo cittadino ha espresso la sua opinione, ora la proposta del gruppo Grendi di un punto d’approdo nel porto deve essere discussa in consiglio comunale

21 novembre 2020
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OLBIA. È un insolito braccio di ferro quello che va in scena a Golfo Aranci: da una parte la ragion pratica dell’economia e dell’occupazione, dall’altra la ormai consolidata vocazione turistica del vecchio paese di pescatori. In mezzo, naturalmente, c’è anche la possibile soluzione di una felice convivenza tra la bellezza del paesaggio e il traffico delle merci in banchina. Per ora è certo che la prossima settimana sarà il consiglio comunale a discutere e valutare la richiesta avanzata dall’armatore genovese Grendi alla Port authority per un punto di approdo a Golfo Aranci della linea merci da Marina di Carrara.

Di fronte all’arrivo di una nuova nave e all’assunzione di lavoratori portuali il sindaco Mario Mulas ha detto no: «Noi puntiamo sul turismo, aspettiamo le navi da crociera e un porto per i maxi yacht». Quella che sembra una linea Maginot in realtà non è però una trincea invalicabile, soprattutto in tempi così difficili per il turismo. Esistono soluzioni temporanee ed esistono sperimentazioni. Certo è che l’operazione è complessa e ci sono molte poste in gioco, contropartite dove il Comune avrebbe sicuramente da guadagnare. Risulta, ad esempio, che Grendi sistemerebbe a sue spese il punto di approdo nel porto e le coperture di protezione per le merci. E sempre a sue spese sistemerebbe anche il tratto di viabilità per accedere alla banchina. Ci sono poi le assunzioni in ballo e c’è anche una “amicizia” consolidata tra il gruppo Grendi e Sardinia Ferries, la compagnia di navigazione di casa a Golfo Aranci. Per questo, Grendi non sarebbe proprio l’invasore straniero che arriva ad abbruttire e depredare il territorio. Insomma, c’è tanto da discutere in consiglio comunale dove l’obiettivo del sindaco è quello di fare quadrato e sintesi su una posizione condivisa da tutta o quasi la comunità.

«Il Comune di Golfo Aranci da tempo ha deciso di fondare la propria economia sul turismo – è l’opinione di Mario Mulas – per raggiungere questo obiettivo l'amministrazione comunale ha investito considerevoli risorse economiche ed altre saranno investite per la riconversione delle strutture esistenti. Lo sviluppo turistico del nostro Comune deve passare quindi dalla condivisione delle scelte demandate alle autorità competenti sulle aree portuali e sulla costa. Per questo motivo è nostra intenzione far presente la nostra contrarietà a progetti che non siano coerenti con lo sviluppo turistico auspicato dal Comune».

In pratica, le stesse obiezioni che il Comune di Golfo Aranci ha espresso ricorrendo prima al Tar e poi al Consiglio di Stato contro il progetto di un impianto di ostricoltura autorizzato dalla Regione nell’area Sic di Capo Figari, di fronte alla storica spiaggia dei Baracconi.

Sul fronte del porto c’è poi da considerare l’aspetto delle infrastrutture inadeguate, soprattutto quelle viarie. «Riteniamo che il carico trasportato da una nuova linea merci non sia in grado di esser sopportato dalle già precarie infrastrutture viarie esistenti – ha spiegato il sindaco – che sono messe a servizio di un traffico turistico e non certamente commerciale».

Di diverso avviso, naturalmente, l’armatore Grendi. «Siamo rispettosi della natura turistica del porto di Golfo Aranci – parole di Antonio Musso, amministratore delegato della società – e vogliamo sottolineare che il traffico merci sulle nostre linee sarebbe costituito principalmente da semirimorchi e non da camion, il che vuol dire che all’approdo della nave non si formerebbe una fila di camion in paese, ma il traffico si distribuirebbe nel corso della giornata. Se poi il volume dovesse crescere valuteremo, insieme alle autorità competenti, le soluzioni logistiche più appropriate per salvaguardare il territorio e gli interessi economici del gruppo». Tradotto dall’imprenditorialese, significa che il porto Isola Bianca è lì a due passi, pronto ad accogliere a braccia aperte il cargo respinto da Golfo Aranci. In fondo, proprio a Olbia, l’armatore ha confermato il suo centro per la distribuzione delle merci, un maxi deposito attivo già dalla scorsa estate.

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