La Nuova Sardegna

Olbia

Vino e amore in cantina: «Il mio cuore in Gallura»

di Paolo Ardovino
Vino e amore in cantina: «Il mio cuore in Gallura»

Agnese Peruzzi, studentessa di Asti, si è laureata con una tesi sull’azienda Tani «Mi piace l’enologia e a Monti ho scoperto la storia bellissima del vermentino»

25 novembre 2020
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MONTI. Poteva essere barolo, ma è vermentino. Anche a distanza di chilometri, è una storia che parla gallurese quella di Agnese Peruzzi, una studentessa universitaria 24enne di Asti che, complice il legame sentimentale con un ragazzo olbiese, si innamora della Gallura e dei vini galluresi. Tanto da decidere di scriverci su una tesi di laurea. Abituata ai grandi e prestigiosi rossi piemontesi e alle cantine disseminate tra le colline delle Langhe, a pochi passi da casa, ora chiedetele la sua abitudine preferita e risponderà: «Calice di vermentino e panino ai polpi».

In Gallura. È una storia, come si diceva, che inizia con una tesi di laurea dal titolo «Strategie di internazionalizzazione nel settore vitivinicolo. Il caso di un’azienda del nord Sardegna». L’ha discussa Agnese Peruzzi, del dipartimento di Lingue e letterature straniere dell’università di Torino. L’azienda presa in esame è la cantina Tani di Monti, una delle realtà emergenti del panorama vitivinicolo della Sardegna con tanto di premi nelle migliore rassegna internazionali, a cominciare dal Vinitaly dove il vino Serranu nel 2019 è risultato il miglior rosso d’Italia. «L'idea era una tesi che unisse le mie radici campagnole e la mia passione per il vino e l’enoturismo a quella per il marketing – racconta la giovane piemontese, ignara del fatto che sarebbe finita a parlare di Sardegna –. Il mio fidanzato è olbiese e la Gallura è la seconda casa. Durante il lockdown, la scorsa primavera, sono rimasta bloccata con lui a Olbia e in qualche modo dovevo continuare l’elaborato». Da lì è stato il relatore a darle lo spunto: coinvolgere l’isola. «Così sono arrivata alla cantina Tani di Monti». D’estate, finito il primo lockdown, Agnese si è concessa una visita all’azienda, con interviste ai proprietari e degustazioni. «Ho scoperto una storia bellissima. Già dalle ricerche – e la Nuova Sardegna è molto presente nella bibliografia – avevo letto dei riconoscimenti importanti ricevuti, specie al Vinitaly.

Tani di Monti. Agnese ringrazia più e più volte per l’idea il primo relatore, il docente Filippo Monge, e anche il secondo relatore, Daniele Cattaneo. Nell’analisi sulla cantina, nella tesi, racconta il passaggio da una primo mercato di riferimento locale a una presenza importante all'estero «avvenuta grazie ai contatti personali sviluppati in occasione di fiere, uno su tutti il Vinitaly. Proprio a Verona la svolta per la cantina, che oggi esporta circa il 40% della produzione annuale. I principali mercati di sbocco sono la Svizzera e il Giappone, seguiti dagli Stati Uniti (New York e Connecticut). L’azienda non ha ancora avuto modo di concentrarsi sul mercato cinese, caratterizzato da una domanda abbastanza elevata che al momento l’azienda con una produzione di 85.000 bottiglie non riuscirebbe a soddisfare».

Il prossimo anno. «Mi piacerebbe continuare a specializzarmi nel settore del marketing del vino – così la neolaureata –. Bianco o rosso? Sono sincera, il cuore dice rosso per le mie origini ma da quando ho scoperto il vermentino mi sono innamorata. L’estate prossima il must sarà quello di sempre: vermentino e panino ai polpi».

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