Sanità in crisi, il sindacato incalza
La Cgil e la Cisl: «Vogliamo conoscere i numeri del personale positivo al Covid o in quarantena»
26 novembre 2020
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OLBIA. Dagli organici ridotti all’osso alla gestione incerta dell’area “grigia” Covid all’ospedale Giovanni Paolo II, il quadro clinico della sanità gallurese è grave e le organizzazioni sindacali vanno in pressing nei confronti dell’Ats. La Cgil e la Cisl funzione pubblica, preoccupate e sollecitate dai dipendenti del servizio sanitario, hanno chiesto alla direzione sanitaria un confronto urgente per discutere e concertare soluzioni in tempi rapidi. Le priorità indicate dai sindacati riguardano la situazione emergenziale degli ospedali di Olbia, Tempio e La Maddalena, la situazione dei servizi territoriali, la gestione delle aree grigie, le procedure anti Covid, l’istituzione di un Comitato contrasto Covid, i risultati del comitato di sorveglianza. Soprattutto, i dati e numeri che riguardano i contagi tra gli operatori sanitari.
«Viste le numerose segnalazioni sull’alto numero di personale positivo al Covid e in quarantena – dicono Luisella Maccioni e Alma Viola, rispettivamente segretari della Cgil e della Cis per la funzione pubblica – è indispensabile conoscere i dati sul fenomeno contagio tra gli operatori sanitari. Se vengono contagiati loro, infatti, crescono le difficoltà a garantire l’assistenza a tutti».
Il punto di partenza è la gravissima carenza di personale medico (emblematico il caso degli anestesisti rianimatori) e infermieristico, Oss, tecnici di laboratorio (15 reperibilità al mese per ciascuno) e radiologia che costringe i pochi presenti in servizio a turni di lavoro massacranti (12 ore consecutive) e in condizioni di estremo difficoltà. Per tutti, inoltre, c’è un problema di sicurezza, a cominciare dai dispositivi di protezione individuali. «Chiediamo maggior garanzia nella sorveglianza sanitaria continua – dicono i sindacati – la messa in sicurezza di percorsi d’ingresso e uscita, il mantenimento dei servizi nel territorio, il potenziamento dell’Usca e dell’Igiene pubblica, la messa in sicurezza dei medici di medicina generale».
«Condividiamo la proposta del sindaco di Tempio e la facciamo nostra – aggiungono – suldi adibire un reparto Covid in modo da sopperire alle criticità che stanno vivendo le strutture sanitarie e il territorio. A questo proposito, non condividiamo le direttive della direzione sanitaria Ats di interrompere l’attività chirurgica».
I sindacati ritornano anche sul Mater Olbia «che nonostante disponga di 38 posti Covid, non li può utilizzare per carenza di medici anestesisti». «Il Mater – dicono Luisella Maccioni e Alma Viola – è individuato dalla Regione come struttura Covid e deve trovare tutte le soluzioni possibili per dare al territorio maggiore risposte in un momento di grave difficoltà e sofferenza dovuto alla seconda ondata della pandemia». In questo caso ha già risposto Franco Meloni, consulente dell’ospedale: «Il Mater Olbia fa la sua parte, ma per aprire altri posti letto di terapia intensiva e sub intensiva occorrono medici anestesisti che sul mercato del lavoro non si trovano». (m.b.)
©RIPRODUZIONE RISERVATA.
«Viste le numerose segnalazioni sull’alto numero di personale positivo al Covid e in quarantena – dicono Luisella Maccioni e Alma Viola, rispettivamente segretari della Cgil e della Cis per la funzione pubblica – è indispensabile conoscere i dati sul fenomeno contagio tra gli operatori sanitari. Se vengono contagiati loro, infatti, crescono le difficoltà a garantire l’assistenza a tutti».
Il punto di partenza è la gravissima carenza di personale medico (emblematico il caso degli anestesisti rianimatori) e infermieristico, Oss, tecnici di laboratorio (15 reperibilità al mese per ciascuno) e radiologia che costringe i pochi presenti in servizio a turni di lavoro massacranti (12 ore consecutive) e in condizioni di estremo difficoltà. Per tutti, inoltre, c’è un problema di sicurezza, a cominciare dai dispositivi di protezione individuali. «Chiediamo maggior garanzia nella sorveglianza sanitaria continua – dicono i sindacati – la messa in sicurezza di percorsi d’ingresso e uscita, il mantenimento dei servizi nel territorio, il potenziamento dell’Usca e dell’Igiene pubblica, la messa in sicurezza dei medici di medicina generale».
«Condividiamo la proposta del sindaco di Tempio e la facciamo nostra – aggiungono – suldi adibire un reparto Covid in modo da sopperire alle criticità che stanno vivendo le strutture sanitarie e il territorio. A questo proposito, non condividiamo le direttive della direzione sanitaria Ats di interrompere l’attività chirurgica».
I sindacati ritornano anche sul Mater Olbia «che nonostante disponga di 38 posti Covid, non li può utilizzare per carenza di medici anestesisti». «Il Mater – dicono Luisella Maccioni e Alma Viola – è individuato dalla Regione come struttura Covid e deve trovare tutte le soluzioni possibili per dare al territorio maggiore risposte in un momento di grave difficoltà e sofferenza dovuto alla seconda ondata della pandemia». In questo caso ha già risposto Franco Meloni, consulente dell’ospedale: «Il Mater Olbia fa la sua parte, ma per aprire altri posti letto di terapia intensiva e sub intensiva occorrono medici anestesisti che sul mercato del lavoro non si trovano». (m.b.)
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