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Olbia

Olbia, blitz al Geo Village: sequestrate cinque finte ville-vacanza

di Tiziana Simula
Olbia, blitz al Geo Village: sequestrate cinque finte ville-vacanza

Nuovi guai giudiziari per la famiglia Docche: la Procura di Tempio indaga nove persone per lottizzazione abusiva e per falso

27 novembre 2020
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OLBIA. Nuovi guai per la famiglia Docche. Non bastava l’inchiesta che ha travolto il Geovillage, ora a finire sotto i riflettori della Procura è il complesso di case vacanze – 75 appartamenti in tutto – che sorgono a fianco al complesso ricettivo, sportivo e di benessere della zona industriale. Un’altra inchiesta che corre parallela alla prima e che assesta un altro colpo all’impero della famiglia Docche. Cinque case vacanza sono state sequestrate preventivamente dal corpo forestale di Tempio e Olbia, un provvedimento richiesto dal procuratore Gregorio Capasso che ha coordinato la complessa attività d’indagine, e disposto dal gip Marco Contu. Nove gli indagati: i gestori del centro appartamenti vacanza (Cav) Gavino Docche e il figlio Fabio con la società Effegì capital e gli acquirenti delle case. In sostanza, ciò che viene contestato, è di aver trasformato gli appartamenti nati e quindi autorizzati per essere affittati a turisti, in residenze esclusive, modificando di fatto la destinazione d’uso prevista per quegli immobili. I reati contestati ai nove indagati, in concorso fra loro, sono quelli di lottizzazione abusiva, falsità ideologica in documenti e costruzione in assenza di autorizzazione paesaggistica in quanto, secondo la Procura, attraverso l’illecita modificazione della destinazione d’uso hanno trasformato di fatto le cinque case vacanza in altrettante case a scopo residenziale o familiare.

Cav fittizie, in poche parole. Perché, stando a quanto emerso dall’attività investigativa, anziché gestire gli appartamenti autorizzati al solo scopo di affitto ai turisti, attraverso diversi passaggi societari, venivano cedute a scopo esclusivo e duraturo, non rispettando quindi i vincoli per i quali erano state autorizzate. I sigilli nelle eleganti costruzioni della zona industriale sono scattati alcuni giorni fa. Attraverso accertamenti e appostamenti, la Forestale ha appurato che nelle case finite sotto sequestro erano state eseguite piccole ristrutturazioni ed era stata accertata la presenza delle stesse persone che le utilizzavano in modo esclusivo. Nessuna traccia invece del documento contabile degli affitti ai turisti. Una prova per gli investigatori del non rispetto della destinazione d’uso. E un vantaggio per la ditta costruttrice che si è avvalsa della riduzione degli oneri di urbanizzazione (meno 65%).

«La società è sorpresa – dicono i difensori dei Docche, gli avvocati Gian Comita Ragnedda, Pietro Carzedda e Bruno Cuccu – Tuttavia sereni, perché la società di Fabio Docche ha sempre operato nella gestione turistica del compendio rispettando ogni regola. Tant’è che su oltre 75 immobili ci sono contestazioni solo su 5. In ogni caso attendiamo di prendere visione della documentazione e auspichiamo si possa fare chiarezza».

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