La Nuova Sardegna

Olbia

Covid a Olbia, 118 positivi ma i dati Ats sono sballati

SERENA LULLIA
Covid a Olbia, 118 positivi ma i dati Ats sono sballati

Dopo quasi un anno resta il problema dei numeri. Il sindaco Nizzi: «Mentre dal Mater abbiamo aggiornamenti quotidiani, dall'Ats elenchi ogni dieci giorni e con pazienti già negativizzati»

28 gennaio 2021
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OLBIA. Il dato sui contagi da Covid-19 in città indurrebbe a tirare un sospiro di sollievo. Se fosse reale. 118 positivi su una popolazione di oltre 60mila residenti è un risultato che inietta ottimisti. Ma dalle parole del sindaco, Settimo Nizzi, emerge con chiarezza che a un anno dall'inizio della pandemia, la macchina di trasmissione dei dati dell'Ats ha ancora parecchia sabbia negli ingranaggi. E meccanismi inceppati che si traducono in numeri sballati.

Elenchi sporchi. «In un anno, nonostante i miliardi spesi non è stato messo a punto un sistema informatico del piffero che consenta, a chi ha la responsabilità, dei dati ripulisca gli elenchi dai negativizzati prima di inviarli ai sindaci - aggiunge Nizzi -. Succede che alcune persone positive non abbiano mai fatto il tampone, altre che non siano state mai nemmeno contattate e altre ancora che non abbiano mai ricevuto la negativizzazione avvenuta. Si rischia di avere una fotografia distorta del contagio. Quando riceviamo gli elenchi dell'Ats, insieme alla polizia locale, ai Servizi alla persona, i Lavori pubblici e l'Igiene urbana verifichiamo i nominativi uno per uno perché negli elenchi ci sono persone che non sono positive da mesi, ma mai cancellate. Dopo questi accertamenti posso dire con sicurezza che, sulla base dei dati forniti da Ats e Mater, a Olbia abbiamo 118 positivi. Non posso invece dire quanti di questi siano ricoverati in Terapia intensiva perché non è un dato ufficiale che ci viene comunicato».

Zona arancione. Il sindaco continua a mal digerire il passaggio in zona arancione. Assolve la Regione, sebbene abbia comunicato in ritardo i nuovi 30 posti di Terapia intensiva (anche se a oggi non risultano esserci medici per coprire il servizio) e punta il dito contro il ministero della Sanità «che nonostante abbia ricevuto i dati aggiornati che ci farebbero tornare in zona gialla non ha provveduto a cambiare la sua decisione. Eppure i ricoveri sono diminuiti, abbiamo un indice di contagio basso. Speriamo che le interlocuzioni del presidente Solinas con Roma servano a tornare in zona gialla, ma non ho molta fiducia nel Governo che ha altro a cui pensare in questo momento».

Disperazione in crescita. Intanto sale la preoccupazione per le conseguenze economiche delle chiusure dei locali in zona arancione. «La situazione rischia di diventare drammatica - conclude Nizzi -.  Queste scelte avranno pesanti conseguenze a livello economico. Non vorrei che alcune persone facciano azioni disperate».

 

 

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