La Nuova Sardegna

Olbia

Arzachena, giù la saracinesca al centro storico dopo 52 anni

di Gianluca Fois
Zio Andrea Carta nel suo negozio ormai pronto alla chiusura
Zio Andrea Carta nel suo negozio ormai pronto alla chiusura

Il negozio di casalinghi di Andrea Carta chiude: «Compio 80 anni a luglio, ora mi dedico alla campagna»

07 febbraio 2021
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ARZACHENA. La chiusura di un altro negozio nel centro storico, che da tempo non vive un momento felice, sembrerebbe peggiorare una situazione già difficile. Ma la storia dell’attività di Andrea Carta ha un sapore dolceamaro. Il signor Andrea, che a luglio compirà 80 anni, ha scritto una pagina importante del commercio arzachenese. «Ho aperto ad aprile del 1969 – racconta con una certa soddisfazione –. Diciamo che sono nato nel commercio. Ho perso mio padre quando avevo 17 mesi e sono cresciuto con mia mamma, che aveva un piccolo negozio di alimentari ad Aggius. Quando sono andato a studiare a Tempio aiutavo mio fratello che aveva una rivendita di elettrodomestici. Facevo i compiti in bottega e ogni tanto andavo a fare le consegne. Ricordo quanto fossero pesanti quelle lavatrici da portare in spalla su per le scale».

La vita di zio Carta sembra avere un cammino segnato, fino a quando non conosce quella che sarebbe diventata sua moglie, Luigina. «Essendo la più grande delle figlie, i genitori la mandarono a Tempio per accudire i fratelli più piccoli che stavano studiando», sorride quando racconta che stavano per lasciarsi, poiché alla morte della mamma della ragazza, era stata richiamata ad Arzachena. Ma lui non si era arreso. «Ormai eravamo, diciamo, molto affiatati – aggiunge –. Quindi anche se sembrava difficile io dissi: se mi trovate una stanza e un posto per aprire un’attività io sto bene ovunque».

E così è stato dal 1969. Un anno dopo Andrea e Luigina si sposano e nel 1971 nascono le figlie. La Costa Smeralda è in pieno sviluppo, zio Andrea capisce subito le potenzialità del periodo e gradualmente cambia gli articoli in vendita. Non più elettrodomestici ma soprattutto articoli per la casa: dai piatti alle lenzuola, dalle tovaglie ai copriletti fino ai servizi di posate d’argento alle porcellane pregiate e al “corredo” matrimoniale.

«Erano anni in cui i turisti e i proprietari delle seconde case venivano a comprare da me – dice –. Ho mantenuto clienti per anni, molti di loro sono venuti a mancare ma i figli hanno continuato a servirsi nel mio negozio». Quasi per sottolineare la differenza tra il passato e il presente zio Andrea aggiunge: «D’estate aprivo il negozio alle 9, ma andavo alle 7 per sistemare. Trovavo già la fila di clienti ad aspettarmi. Con quello che vendevo prima dell’apertura ufficiale, si può dire che avevo già fatto la giornata».

Mentre ricorda il passato il viso del commerciante è luminoso, ma si incupisce quando parla del presente. «Oggi non c’è più soddisfazione nel tenere aperto. La crisi, il Covid, gli acquisti online ci stanno togliendo la voglia di lottare. Ci sono pomeriggi in cui non passa nessuno in Corso Garibaldi. Vedo giusto qualche macchina dei residenti o di chi lavora in zona. Luigina da 10 anni dice di chiudere, io ho sempre fatto spallucce e ho continuato».

Carta è sereno per la sua scelta: «Non avrei potuto fare altro nella vita: sono nato nel commercio, ho fatto ciò che mi piaceva fare e che sapevo fare – conclude –. Ho avuto una bella vita: una moglie, due figlie sistemate, sei nipoti e tanti amici. Se ci fosse stato un po’ di lavoro avrei continuato, nonostante l’età. Ma dopo 52 anni è arrivato il momento di riposarmi e dedicarmi alla campagna».
 

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