La Nuova Sardegna

Olbia

ARZACHENA  

Il Psd’Az: «Il futuro dei giovani sia tra le priorità della Regione»

ARZACHENA. «La Regione pensi di più ai giovani, soprattutto in questo momento così delicato». L’accorato appello arriva dal segretario del Psd’Az, Gianni Filigheddu. «Da oltre un anno un virus ci...

27 febbraio 2021
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ARZACHENA. «La Regione pensi di più ai giovani, soprattutto in questo momento così delicato». L’accorato appello arriva dal segretario del Psd’Az, Gianni Filigheddu. «Da oltre un anno un virus ci mette a dura prova, ci tiene sotto scacco, prova le nostre energie, fisiche e psicologiche, e le nostre risorse economiche, i più colpiti da questo stato a nostro avviso sono i giovani, il loro sistema di vita anche scolastico e universitario stravolto e disorientante, l’apprendimento a distanza senza rapporto umano non è formativo, non è giusto. Come affrontare e superare questa fase difficile? Dedicando particolare attenzione ai giovani». Per Filigheddu «il nostro migliore investimento devono essere loro, un investimento per il futuro di tutti. Loro devono essere pronti anche all’imprevedibile domani, lo Stato deve assolutamente investire sui giovani, non solo indebitarli. Creare corsi di formazione adatti non solo a prepararli ma anche a renderli competitivi nel mondo del lavoro, in tutti i settori dell’economia, industria, turismo, edilizia, artigianato, commercio, attività produttive, sanità, scuola, comunicazione, arte e spettacolo, musei e archeologia. Questo vale anche per la Regione Sardegna. È fondamentale puntare sulla formazione superiore ed elementare, su università e mondo scolastico in generale che deve avviare nella ricerca e nel lavoro in tutte, le tantissime voci e settori, anche nei comparti qui non menzionati».

Il segretario sardista è convinto che non possa essere un reddito di cittadinanza la soluzione. «È deleterio assopire o narcotizzarne le capacità di chi deve affrontare dure prove, creando nei giovani l’idea di un mondo immobile e assistenzialista, portandoli con questa pandemia a non vedere ancora l’orizzonte e l’uscita dal tunnel. Ecco a cosa serve la ricerca, l’avvio a un nuovo concetto di lavoro sempre in evoluzione disseminato di momenti difficili come questo che oggi attraversiamo, sfruttando le nostre eccellenze, preparandole all’imponderabile che non può, e non deve, essere gestito da un algoritmo. Non si può, non si deve andare avanti cosi. Oggi siamo di fronte a un problema sanitario imprevisto, purtroppo non sarà l’ultimo. È necessario un piano generale che preveda tutte queste possibilità. Dobbiamo vaccinarci tutti ? Facciamolo. Ma non fermiamoci a questo. Affrontiamo la pandemia preparando veramente una nuova generazione che tenga conto di tutti gli errori che noi abbiamo commesso, anche nel passato recente e stiamo ancora probabilmente commettendo».



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