La Nuova Sardegna

Olbia

Sa Testa, parla Sanciu: «Bisogna fare chiarezza»

di Serena Lullia
Sa Testa, parla Sanciu: «Bisogna fare chiarezza»

Occhi puntati sul progetto per un polo turistico-nautico nel promontorio Cipnes, l’ex senatore ha abbandonato la riunione del cda al momento del voto 

04 aprile 2021
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OLBIA. Cantieri nautici con vista sul faro di Isola Bocca, hotel di lusso e ville sul promontorio di Sa Testa alleggerito di ginepri, mirto e ulivi. L’idea del Consorzio industriale a gestione Sarti sembra una versione in scala ridotta del piano di lottizzazione del 2004 delle società Geogolf. Nel frattempo sono cambiati i proponenti. Oggi il Cipnes, che ha «un’idea con basi concrete – secondo le parole del presidente – che va di pari passo con l’amministrazione: un polo turistico-ricettivo più cantieristica nautica leggera nella parte a mare». Ieri il Comune, con sindaco sempre Settimo Nizzi, sostenuto da associazioni di categoria, sindacati e Consorzio industriale, allora guidato da Francesco Sanciu. Differenti numeri e lettere: 17 anni fa 200 ettari in zona F turistica, di cui 40 per il polo della nautica (che l’allora Cines voleva gestire in maniera autonoma andando allo scontro con il Comune, che aveva inglobato il polo nautico nel piano Geogolf). Un hotel di lusso, campo da golf da 9 più 18 buche, club house, 94 lotti da 800 metri cubi ciascuno per realizzare ville. Progetto affossato dalle norme di salvaguardia dell’allora governatore Renato Soru. Oggi gli ettari sono 20, un migliaio i metri lineari di costa, il resto arrampicato sul promontorio di Sa Testa. Nel Puc quei terreni sono indicati come H, di massima tutela. Ma non appartengono più al Comune che li ha ceduti al Consorzio con un accordo approvato dalla giunta all’unanimità. Meno liscio il voto al Cipnes con il delegato di Buddusò, Fedele Sanciu, che ha abbandonato la riunione.

Serve il confronto. «Provengo dal mondo economico e sono un uomo che si trova bene in un ambiente come quello del consorzio industriale perché si parla di sviluppo e opportunità – dice Sanciu -. Chiaro che mi porto appresso la mia esperienza politica e amministrativa. Ho quindi un approccio aperto. Ma un’idea di questo tipo deve essere studiata e discussa con associazioni di categoria, consorziati, imprese, consiglio comunale. Di polo nautico se ne cominciò a parlare 25 anni fa e allora gli studi davano un trend di crescita del settore, si parlava di 4mila posti di lavoro. Ne abbiamo creato 2mila e ci sono margini di crescita. A oggi abbiamo un importante progetto che è quello del cantiere Sno nell’ex Palmera da concludere, quello sì di riqualificazione di un’area degradata. Ma oltre a favorire le grandi eccellenze nazionali e internazionali bisogna pensare anche alla nautica sarda e locale. Se però si va a toccare uno dei luoghi più pregiati dal punto di vista paesaggistico come Sa Testa, al di là di chi ne parla senza competenze definendolo degrado, non si può prescindere dal percorso democratico di confronto».

Il Puc. Sanciu ricorda il peso del Puc nella pianificazione di un territorio. Il consiglio comunale lo ha adottato a maggioranza 15 giorni fa. Ma del polo ricettivo turistico nautico a Sa Testa non c’è traccia. «Se fosse stato inserito nel Puc ci sarebbe aperto un dibattito, sarebbero state presentate osservazioni e il Consiglio avrebbe detto sì o no – aggiunge -. La mia posizione non può certo essere di chiusura verso un progetto di sviluppo, ma prima se ne deve parlare all’interno del Consorzio. Capisco i bisogni di sviluppo di una città che cresce ma devono essere compatibili con la salvaguardia ambientale e la pianificazione. Parliamo di una zona di assoluta tutela nel Puc su cui poi, una settimana dopo, la giunta comunale fa un progetto di copianificazione con il Cipnes. Una scelta che stona parecchio».

Cozze e tartufi. In quell’area ci sono anche vincoli sul mare. Lo specchio acqueo è già occupato da concessioni delle cozze fino al 2033 e da un allevamento di tartufi. «Se la prospettiva fosse creare la precondizione per realizzare il progetto di carattere turistico ricettivo, senza condivisione, rischia di avere il fiato corto – commenta Sanciu –. La città, e utilizzo una immagine colorita per rendere l’idea, ogni volta che si tocca la canaletta e Sa Testa taglia la testa a chi lo propone. Quella è una porzione di territorio che gli olbiesi non considerano né di un privato né di pochi. Piuttosto la vivono con un profondo senso di appartenenza e di protezione».

Nomi e progetti. «Se poi l’obiettivo è realizzare il polo turistico ricettivo attraverso il Cipnes – conclude Sanciu –, non accetto l’idea che segua un percorso non normato dalle regole del confronto. Se ci sono operatori che spingono, se c’è già un progetto e non c’è nulla di male, si facciano nomi e cognomi, e se ne discuta. Se c’è un grande nome della nautica per maxi yacht che vuole investire si palesi. Certo mi viene male pensare a capannoni di 15 metri, edifici di quattro piani per capirci perché la grande cantieristica ha quelle dimensioni, sul promontorio di Sa Testa. Si vedrebbero da Pittulongu. Ma magari quella potrebbe essere considerata una opportunità. Oppure si valuterà che il più importante patrimonio è l’ambiente e va protetto».

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