La Nuova Sardegna

Olbia

L’addio di Luogosanto al re del grano

di Sebastiano Depperu
L’addio di Luogosanto al re del grano

Il ricordo di Agostino Sotgiu: fu l’unico a conservare qualità rare di frumento

04 giugno 2021
2 MINUTI DI LETTURA





LUOGOSANTO. È morto qualche giorno fa a 94 anni, dopo breve malattia, Agostino Sotgiu, noto Austinu di Chessa. Per molti coltivatori e allevatori della Gallura tradizionale, di quella contrada laboriosa che si estende tra Luogosanto e Arzachena, la sua perdita è sentita come il venir meno di un testimone importante di quella autenticità, custode di memorie e consuetudini che, nel tempo, tendono a perdersi. Era infatti, a un dato momento, l’unico ad aver conservato, con molte cure, diversi mazzi di spighe di grano della qualità, un tempo molto diffusa in Gallura, detta tricu cossu. Consapevole del valore di ciò che aveva, ha coltivato le rare sementi e la quantità ottenuta l’ha distribuita tra quei coltivatori, sensibili alle tradizioni agricole, che ne hanno fatto tesoro.

Una qualità di frumento che altrimenti sarebbe andata definitivamente perduta. Non solo, Austinu di Chessa è stato costante ispiratore di molte iniziative volte al ritorno alla terra e al recupero di cultivar un tempo comuni e oggi diventati rari. È stato amico e consigliere delle due associazioni di agricoltori, “Colture e Culture Sarde” e “Gallura Biodiversa”, che ne hanno condiviso le iniziative e hanno beneficiato della sua costante presenza e dei suoi consigli.

Sempre presente nelle diverse fasi della piantagione, voleva “alla moda antica” le semine con spargimento manuale dei grani e le mietiture con i mietitori, le falci in mano, allineati nel campo a tagliare spighe a mazzi e ordinarle in covoni.

Immancabile la sua presenza al momento della trebbiatura, vissuta festosamente spesso nei pressi della chiesetta di Santo Stefano o negli stazzi “Li tre Serri” di Tomaso Pirina, o “Capriolu” di Pitréddu Pirredda; come anche durante le semine di mantenimento nello stazzo “Mucaréddhu” di Stefania Azara. Riti antichi pensati per recuperare il contatto fisico con la terra, in continuità con le generazioni passate, che i gesti ravvivano e richiamano alle storie. Austinu di Chessa era suggeritore di sempre nuove attività. Lo ricordano tutti come un uomo inclusivo perché vedeva nelle persone solo gli aspetti migliori; generoso, non chiedeva mai nulla per sé; buono, era facile essergli amico. Con la sua vena poetica, la sua ironia lieve, la sua simpatia allietava gli incontri conviviali dopo le attività sui campi.

In Primo Piano
Verso il voto

Gianfranco Ganau: sosterrò la candidatura di Giuseppe Mascia a sindaco di Sassari

Le nostre iniziative