La Nuova Sardegna

Olbia

Olbia, tragedia di Monte Pino: assolto il collaudatore

di Tiziana Simula
Olbia, tragedia di Monte Pino: assolto il collaudatore

La corte ha confermato la condanna a un anno e quattro mesi per il progettista. Prorogato di un mese il termine della perizia sulle cause del crollo della strada  

18 settembre 2021
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OLBIA. Assoluzione per il collaudatore e conferma della condanna di primo grado per il progettista. Così ha deciso la Corte presieduta da Salvatore Marinaro nel processo d’appello per il crollo della strada di Monte Pino, avvenuto il 18 novembre 2013, nella quale morirono tre persone e una rimase gravemente ferita.

Assolto con formula piena Antonio Zuddas, ingegnere collaudatore, difeso dall’avvocato Chicco Tirotto, che era stato condannato in primo grado, nell’aprile 2019, a un anno di reclusione. La sua assoluzione è stata chiesta dallo stesso procuratore generale Paolo De Falco che ha condiviso la tesi difensiva: Zuddas aveva ricevuto l’incarico per il collaudo tecnico amministrativo, e non per il collaudo statico.

«È la fine dell’agonia per un serio professionista», commenta l’avvocato Tirotto. La Corte ha invece confermato la condanna a un anno e 4 mesi per Giuseppe Muzzetto, progettista della strada e direttore dei lavori, difeso dagli avvocati Franco Luigi Satta e Piera Meloni. Confermate anche le provvisionali a favore dei familiari delle vittime (30mila euro per ogni parte civile e per l’unica sopravvissuta alla tragedia (50 mila euro). Nella voragine che squarciò la provinciale mentre la furia del ciclone Cleopatra flagellava la Gallura, morirono Bruno Fiore, la moglie Sebastiana Brundu e la consuocera Maria Loriga, mentre una quarta persona, Veronica Gelsomino, si salvò miracolosamente dal quel terribile volo.

«La sentenza ci lascia comunque soddisfatti perché con la condanna del progettista è stato riconosciuto che il progetto della strada presentava delle lacune che hanno poi contribuito in maniera determinante alla tragedia», commenta l’avvocato di parte civile, Nicoletta Mani, in rappresentanza della famiglia di Maria Loriga. Progettista e collaudatore, accusati di omicidio colposo plurimo, avevano scelto di essere processati con rito abbreviato. È invece in pieno svolgimento il processo nel tribunale di Tempio per gli altri imputati che hanno scelto il rito ordinario: il dirigente della viabilità della Provincia Olbia Tempio, Pasquale Russo, il dirigente della viabilità nella Provincia di Sassari Giuseppe Mela, il geometra istruttore tecnico alla Provincia Olbia Tempio, Francesco Prunas, e il geometra istruttore tecnico alla Provincia di Olbia Tempio, Graziano Sini. Il tribunale ha disposto una perizia per accertare le cause del crollo della strada. Il deposito era previsto per il 24 settembre, ma i periti hanno chiesto una proroga di trenta giorni.

Era stato il collegio difensivo a sollecitare il giudice Camilla Tesi a disporre la perizia alla luce delle forti divergenze emerse tra le consulenze tecniche dell’accusa e quelle della difesa: per il pm il crollo è stato determinato dall’ammaloramento del tubolare che attraversava la strada e, quindi, dalla mancata manutenzione, mentre le consulenze della difesa riconducono la causa del crollo alla portata eccezionale della pioggia di quel tragico 18 novembre 2013. A distanza di quasi otto anni, sarà, dunque, una perizia a spiegare perché la sp 38 all’altezza di Monte Pino, si spezzò in due.

Intanto i cantieri per la ricostruzione della strada continuano ad essere sotto sequestro. I sigilli erano scattati dopo che si erano verificati nuovi cedimenti nelle opere realizzate. Gli accertamenti affidati al Noe dal procuratore Gregorio Capasso hanno evidenziato che i cantieri, tutti incompiuti, non erano mai stati messi in sicurezza dall’impresa che era andata via, abbandonando i lavori. L’Anas ora è pronta a partire con la demolizione delle opere distrutte e un nuovo progetto.
 

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