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Olbia, dietrofront del Cipnes: «I nuovi cantieri nautici via da Sa Testa»

di Giandomenico Mele
Olbia, dietrofront del Cipnes: «I nuovi cantieri nautici via da Sa Testa»

Il Consorzio industriale medita una possibile revisione del progetto per la nautica. Sarà illustrata all’Authority

15 ottobre 2021
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OLBIA. Il nuovo distretto della nautica potrebbe non essere più previsto nei venti ettari vergini tra Cala Saccaia e il promontorio di Sa Testa. Il Consorzio industriale Cipnes, che aveva concordato un passaggio di potestà programmatoria con il Comune di Olbia su quell’area, ha un’area alternativa.

Lo ha rivelato Gianni Sarti, presidente del Consorzio industriale, durante la diretta elettorale sull’emittente Gallura live. «L’idea è chiedere all’Autorità portuale la possibilità di concederci i terreni e l’area di mare che si trovano dove termina il porto industriale. Quell’ansa compresa tra il molo Cocciani e la sede della Compagnia portuale, secondo il nostro calcolo, potrebbe ospitare 8 o 9 cantieri interessanti, molto belli, tutti con lo sbocco a mare. Sempre se il presidente della Port authority, Massimo Deiana, fosse d’accordo. In altre occasioni si è dimostrato favorevole a questo tipo di iniziative. Lì non avremmo problemi con le attività di molluschicoltura, il fondale è abbastanza alto, l’area ormai è destinata ad attività di quel genere, essendoci già un porto industriale».

Stop Cala Saccaia. Un progetto alternativo che sarebbe nato in seno al gruppo Psd’az nella coalizione di centrodestra alle elezioni comunali. Un’idea che sarà portata all’attenzione del comitato scientifico che il Cipnes aveva scelto per valutare i progetti nel suo comprensorio produttivo. «Lì si potrebbero sviluppare dei progetti interessanti, mentre tra Cala Saccaia e Sa Testa si potrebbe continuare a prevedere un percorso naturalistico, con pista ciclabile e pannelli solari, rivalutando diverse aree. Per ora è un’ipotesi, ne parleremo con gli architetti dell’Università di Alghero, ma ci sono buone speranze».

Il futuro. Nei mesi scorsi, in piena campagna elettorale, era emerso l'accordo Comune-Cipnes, che aveva approvato l'ampliamento della zona industriale non previsto dal piano urbanistico. Gli ettari di Sa Testa erano stati inseriti nel piano urbanistico come H2, poi l’ipotesi di nuovi investimenti in quella zona. Ora il Cipnes lascia intravedere la possibilità concreta che il progetto per la realizzazione di cantieri nautici, potrebbe concretizzarsi in una zona vicina, ma diversa.

La polemica. Sarti è entrato anche nel merito della polemica scatenatasi dopo alcune sue dichiarazioni. «Se non ci fossero state le elezioni, non ne avrebbe parlato nessuno. Quello è stato un attacco politico. Io sono stato attaccato per un termine, perché ho dichiarato quell’area di Cala Saccaia degradata. Ora, quando si va a vedere un’area piena di spazzatura, con batterie di auto, con reti metalliche arrugginite, come la si vuole definire? Io dico degradata. Da lì è partito tutto, senza sapere se volessimo fare una cosa o un’altra – ha sottolineato il presidente del Cipnes – dico subito no a capannoni di 18 metri, no al cemento selvaggio, ma a nostro parere potrebbe essere interessante fare comunque un progetto di tipo turistico e ricettivo legato al mare. Questa potrebbe essere un’idea interessante. Vedremo. Ad oggi comunque non c’è nulla. Non abbiamo scambiato con il Comune i terreni di Tilibbas. Per la programmazione urbanistica in quella zona è stato deciso che decidesse il Comune, anche perché noi non possiamo fare nulla. E’ la Regione che aumenta o diminuisce il territorio della zona industriale».

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