La Nuova Sardegna

Olbia

Ok ai consiglieri eletti, ma non a Navone

di Serena Lullia
Ok ai consiglieri eletti, ma non a Navone

Sollevata l’incompatibilità per il capogruppo di minoranza: «Azione di killeraggio politico». Nizzi: «Siamo per la legalità»

29 ottobre 2021
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OLBIA. Il calumet della pace non gira tra i banchi di maggioranza e opposizione. Il promesso consiglio comunale della riconciliazione dopo la campagna elettorale finisce pochi minuti dopo l’avvio ufficiale della quinta amministrazione Nizzi. I sorrisi del “primo giorno di scuola” si spengono non appena la segretaria comunale, Stefania Giua, annuncia l’avvio della procedura di verifica dell’incompatibilità per Augusto Navone, candidato sindaco della Grande Coalizione eletto consigliere di opposizione. Con dei reclami due cittadini sostengono che Navone, in quanto direttore dell’Area marina protetta di Tavolara, consorzio di comuni di cui fa parte anche Olbia, non possa sedere in aula. «A seguito di questa doppia segnalazione il Consiglio si trova a dover avviare la procedura che prevede la verifica della fattispecie di incompatibilità». Convalidata l’elezione di tutti gli altri consiglieri. «Ho sviluppato, attraverso autorevoli pareri legali e sentenze di Cassazione, in data anteriore all’accettazione della candidatura a sindaco, che la sussistenza di processi di ineleggibilità/incompatibilità a mio carico non sono presenti – spiega Navone –. Il Consiglio è sovrano per avviare le procedure di ricerca degli elementi giuridici in tal senso, ma in tutti i livelli difenderò la prerogativa di sedere in Consiglio, che ritengo legittima. Sui casi di sussistenza di fattispecie di incompatibilità vanno valutati aspetti giuridici, ma anche di natura politica. Questa iniziativa assume una rilevanza molto grave perché apre anche un vulnus rispetto a una serie di questioni che potenzialmente riguardano altri soggetti che siedono in aula. L’augurio è che questa operazione non sia un killeraggio politico per escludere il capo dell’opposizione votato non da 100 persone ma da oltre 14mila, metà di questa comunità». Senza filtri la consigliera più votata dell’opposizione, Ivana Russu. «Chiaro che questa è una dichiarazione di guerra. Tolto l’aspetto giuridico è palese che non siano stati due cittadini X a portare la questione in aula, tema che aleggiava in città. Sarebbe stato più opportuno che ci si assumesse le proprie responsabilità. Non ci si può aspettare che siano cinque anni di collaborazione. Ancora una volta mandate avanti la fanteria e vi nascondete dietro i muretti a secco. Troverete una opposizione ferma, che si ricorda dei cinque anni passati in aula, che non è più disposta a prendere schiaffi in faccia e a farsi insultare in aula. Ancora una volta si va avanti con un atteggiamento di strafottenza. Noi saremo conseguenti». Per Gian Luca Corda «avere evidenziato fin da subito che chi oggi rappresenta quasi la metà degli olbiesi deve lasciare quest’ aula alla conclusione di questo iter non crea certo un clima di collaborazione come avremmo voluto». Parole a cui replica il sindaco Settimo Nizzi: «Noi siamo perché la legalità viga in questo consiglio comunale. La politica non può prevaricare la legge. La politica dipende dalla legge. La politica con i suoi eletti fa le leggi in Parlamento, in Regione, noi facciamo i regolamenti, ma la legge è sopra di tutti. Noi siamo per mandare avanti la nostra città, cosi come sempre abbiamo fatto. Siamo per condividere le cose, ma non per perdere tempo. Siamo per discutere, ma per prendere decisioni che speriamo siano all’unanimità. Sono qui per continuare a fare il sindaco come sempre fatto. Per essere rappresentante della nostra comunità senza far sconti a nessuno, a nessun livello. Gli sconti si fanno nei negozi».



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