La Nuova Sardegna

Olbia

Si conclude l’odissea giudiziaria della Alan Kurdi

Si conclude l’odissea giudiziaria della Alan Kurdi

Il Tar ha dichiarato il ricorso improcedibile: la nave, bloccata in porto, era già ripartita per la Spagna

10 novembre 2021
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OLBIA. La Alan Kurdi potrà riprendere il mare ed è dichiarato improcedibile, per sopravvenuta carenza di interesse, il ricorso presentato dalla Sea-eye contro il ministero delle Infrastrutture e Trasporti e la Capitaneria di porto di Olbia. Lo scorso 6 maggio l’equipaggio della Alan Kurdi, che nel frattempo ha cambiato nome in “Resq people”, era ripartito da Olbia verso la Spagna. La nave della Ong tedesca Sea-eye, sbarcata a Olbia nel settembre 2020 per mettere in salvo 125 migranti, aveva mollato gli ormeggi dopo essere stata sottoposta a lavori di manutenzione.

Dopo sei mesi di fermo amministrativo, la Alan Kurdi aveva, dunque, lasciato il porto olbiese in seguito al via libera del Tar. La Capitaneria di porto, infatti, aveva disposto il fermo temporaneo della nave “sulla base di accertate irregolarità di natura tecnica e operativa che avrebbero potuto compromettere la sicurezza dell’equipaggio e delle persone a bordo. Provvedimento assunto subito dopo che, il 25 settembre dell’anno scorso, la Alan Kurdi, poco prima di una notte di tempesta, attraccò a Olbia con a bordo 125 migranti spaventati e infreddoliti, tra cui molti bambini. Per la nave alcuni giorni dopo lo sbarco a Olbia era scattato il fermo amministrativo. Con l’ordinanza cautelare del 9 aprile 2021 il tribunale aveva consentito alla “Alan Kurdi” di lasciare le acque territoriali italiane, al fine di recarsi in Spagna per gli adeguamenti necessari al ripristino in condizioni di sicurezza della sua attività di navigazione. La Alan Kurdi aveva potuto così lasciare le acque territoriali italiane. Una nota dello scorso settembre, depositata dall’Avvocatura dello Stato unitamente al rapporto di ispezione, ha certificato che la nave, dopo gli interventi di adeguamento, è stata sottoposta a nuova ispezione nel porto di Augusta con l’esito finale che tutte le carenze rilevate in occasione dell’ispezione svolta ad Olbia risultavano rettificate. Il Tar aveva accolto il ricorso della Ong Sea-eye contro il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e la Capitaneria di porto. Il Tar aveva annullato il provvedimento di fermo della nave al molo Cocciani. Il via libera verso l’home port spagnolo, secondo il Tar, sarebbe stato giustificato da «un grave danno patrimoniale per la ricorrente, tenuto anche conto delle ingenti spese portuali connesse al fermo della nave e del rischio che il fermo a tempo indeterminato provochi danni di complessa risoluzione». (g.d.m.)

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