La Nuova Sardegna

Olbia

Dragaggio del porto, via ai rilievi

di Giandomenico Mele
Dragaggio del porto, via ai rilievi

I fondali verranno portati a -11. Il materiale di risulta dell’escavo sarà “immerso” al largo di Tavolara

30 novembre 2021
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OLBIA. Nel Golfo di Olbia, al largo di Tavolara. Ma lontano dai preziosi confini dell’Area marina protetta. Oltre le tre miglia marine dalla costa. Qui si trova il sito di immersione per lo sversamento della montagna di materiale di risulta, circa 623,313 metri cubi, che sarà dragato dai fondali del porto di Olbia per portare i medesimi fondali del porto Isola Bianca e del porto Cocciani a -10 metri e quelli della canaletta di ingresso al porto a -11 metri. Un’opera epocale per lo scalo isola Bianca, che costerà oltre 50 milioni di euro e che permetterà, tra le altre cose, di ospitare le navi da crociera più grandi del mondo, con un pescaggio che oggi non ne consente l’arrivo in porto.

I lavori. L’Autorità di sistema portuale sarda a fine 2020 aveva affidato alla società Seacon Srl la progettazione dell’intervento di dragaggio: quest’ultima dovrà produrre, oltre alla documentazione tecnica, finanziaria e amministrativa propedeutica all’appalto, anche tutti i nullaosta da parte degli enti competenti, così come previsto dalla complessa normativa in materia. Contemporaneamente, l’AdSp sta portando avanti, su indicazione della società, rilievi e campionamenti sui fondali interessati dall’escavo e su quelli, individuati al largo del golfo olbiese - comunque oltre le 3 miglia di distanza dalla costa più vicina, così come previsto dalla normativa - del sito di immersione dei materiali di risulta.

Campagna di studio. Questa viene svolta con il prezioso supporto scientifico dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) di Livorno, che ha già previsto le rilevazioni geomorfologiche del sito. La scorsa settimana, poi, è stato chiuso lo specifico accordo di ricerca siglato con il Dipartimento di Scienze della terra, dell’ambiente e della vita (Distav) dell’Università di Genova, che prevede una nuova campagna di studio sulle correnti marine del golfo olbiese. In particolare, gli esperti di oceanografia chiamati in causa stanno svolgendo specifiche analisi correntometriche nell’area del sito di “conferimento”, i cui risultati consentiranno l’elaborazione di un modello matematico capace di prevedere la dinamica di dispersione del materiale nella fase di rilascio. Contestualmente, sono state portate avanti le caratterizzazioni sui fondali dell’area del golfo interessata dai lavori di escavo e sui cassoni delle banchine del molo Cocciani ed Isola Bianca: operazioni necessarie per verificarne lo stato di fondazione in previsione dell’abbassamento del fondale a quote di profondità superiori agli 11 metri.

L’accordo di ricerca. «Nel golfo olbiese è in atto una campagna di studi scientifici senza precedenti, che contiamo di concludere entro la prossima primavera – spiega Massimo Deiana, presidente dell’AdSP del Mare di Sardegna -. Al prezioso supporto dell’Ispra e all’operato di società specializzate in campionamenti, analisi geomorfologiche e di laboratorio, si è aggiunto, proprio la settimana scorsa, un accordo di ricerca con l’Università di Genova che ci consentirà di analizzare le dinamiche delle correnti e calcolare con estrema precisione la propagazione in acqua dei sedimenti. Un iter necessario che ci consentirà di affrontare con maggiore serenità tutta la fase operativa, che entrerà nel vivo una volta completata la campagna di indagine ai vari livelli su golfo e infrastrutture portuali, ed ottenuti i necessari nullaosta dagli enti competenti». I dati di dinamica delle correnti serviranno, quindi, per la creazione di un modello matematico relativo al sito di immersione, considerato che c’è la necessità di predisporre un’attività di modellistica al sito per il quale sarà necessaria l’acquisizione della dinamica e dei parametri fisici della colonna d’acqua.

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