La Nuova Sardegna

Olbia

Ritorna la stagione di prosa, in scena Arle-Chino

Ritorna la stagione di prosa, in scena Arle-Chino

Lo spettacolo di Cristina Pezzoli sarà domani sera a Olbia e venerdì al Tetro del Carmine di Tempio

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OLBIA. Farà tappa anche in Gallura, prima a Olbia e poi a Tempio, lo spettacolo di Cristina Pezzoli inserito nel cartellone della stagione di prosa del Cedac. S’intitola “Arle-Chino, traduttore-traditore di due padroni” e mette in scena un’esilarante pièce ispirata al romanzo autobiografico “Cuore di seta”. A Olbia, sarà rappresentata domani (ore 21), al Cineteatro di via delle Terme; il giorno dopo, alla stessa ora, al Teatro del Carmine di Tempio.

“Arle-Chino” è la storia, quasi autobiografica, di un geniale artista cinese cresciuto in Italia, che, raccontando la sua esperienza, aiuta ad esplorare la condizione di tanti altri giovani immigrati che vivono il loro presente sospesi in una sorta di limbo che ha ai suoi estremi mondi e culture difficili da armonizzare.

La storia è quella di Shi Yang Shi e del suo protagonismo in una società multietnica che può mettere a dura prova chiunque. Dopo aver fatto il lavapiatti e il venditore ambulante di erbe e unguenti cinesi sulle spiagge, il protagonista si cimenta anche nel ruolo di traduttore per ministri, imprenditori e registi che scoprono sempre di più i vantaggi di un rapporto di lavoro con l’Asia. Mentre lavora, studia e s’iscrive all’università. A quattro esami dalla laurea alla Bocconi di Milano, intraprende la strada di attore di teatro, tv e cinema, diventando perfino uno degli inviati speciali de “Le Iene”, ruolo per il quale molti lo ricorderanno. L’esistenza di Yang ha qualcosa di clownesco, o, meglio, quasi da carattere circense è il suo modo di barcamenarsi in un crocevia di identità difficili da annodare. È un po’ come Arlecchino, perché è chiamato a ricorrere al suo ingegno, ogni volta che la vita lo sollecita a farlo. Le sue identità convivono nel nome che lo definisce, “Arle-Chino”, che ha in sé qualcosa di ironico e giocoso.

Nel pezzo finale dello spettacolo, scritto a quattro mani con Cristina Pezzoli, Yang diventa il protagonista di un litigioso confronto tra i fondamentalismi culturali di cui, come tante seconde generazioni che fanno la storia attuale del nostro Paese e del pianeta nell’era della globalizzazione, è, suo malgrado, testimone. Il messaggio sarà però quello di un'apertura fiduciosa verso un futuro che deve essere necessariamente diverso da un presente costellato da contraddizioni e ipocrite discriminazioni. (g.pu.)

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