La Nuova Sardegna

Olbia

Sold out senza precedenti per il “Muto di Gallura”

di Giuseppe Pulina
Sold out senza precedenti per il “Muto di Gallura”

Al Giordo di Tempio la proiezione del film è stata prorogata sino al 5 aprile. Dopo l’anteprima nazionale, in centinaia in fila ogni giorno per le repliche

04 aprile 2022
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TEMPIO. «Una storia di morte e di vita, oblio e vendetta, con una squadra di attori formidabili». È questa la réclame che nei cartelloni giganti esposti nelle vie della città fa da sommario al “Muto di Gallura”. Parole veritiere per chi (e a Tempio e in Gallura sono davvero tanti) ha visto l’ultima pellicola di Matteo Fresi. A dimostrare l’altissimo gradimento del film che racconta le gesta del bandito aggese Bastiano Tansu è anche la decisione dei titolari del cinema Giordo di non interromperne le proiezioni e di protrarne il calendario, pur con uno spettacolo giornaliero unico, sino a martedì 5 aprile. Così da accogliere le richieste dei tanti (tantissimi, in realtà) che, non avendolo ancora visto, non vorrebbero perdere il film per nessuna ragione al mondo.

Grazie alla versione cinematografica del romanzo di Enrico Costa il cinema tempiese ha, inoltre, registrato un “sold out” con pochi precedenti, soprattutto per le affollatissime repliche che hanno fatto seguito all’anteprima nazionale. Alle proiezioni serali si sommano poi i matinée delle scuole, che hanno consentito a centinaia di studenti (in particolare, ai pendolari) di vedere il film e non doverne attendere la probabile visione in tv, visto che tra i produttori c'è anche la Rai. E così nell’unica sala cinematografica della città si continua a fare la fila per vedere all’opera il bravo Andrea Arcangeli, il ventinovenne attore pescarese che interpreta il Muto, e godersi la presenza sulla scena di comparse e attori, molti dei quali galluresi, che tanti tra il pubblico, durante la proiezione, si sono divertiti a riconoscere.

Del film si continua anche a parlare, e se non fosse per priorità decisamente più urgenti (la guerra in Ucraina e i colpi di coda della pandemia), verrebbe da affermare che negli ultimi giorni in città si sia parlato soprattutto di questo. E cioè degli effetti scenici sapientemente calibrati dal regista, del portamento “hollywoodiano” di attori e comparse, che non avrebbero sfigurato in uno di quei film tutto sangue alla Tarantino, dell’eleganza dei costumi e delle qualità della ricostruzione storica dei fatti raccontati.

Diverse sono le testimonianze leggibili nei social di comparse locali che hanno voluto condividere ricordi personali e foto tratte dal set. Nelle pagelle di tutti vengono, infine, promossi a pieni voti regista, staff tecnico e cast. Osservazioni non del tutto positive (davvero esigue di numero e mai sprezzantemente polemiche) hanno riguardato l’uso del gallurese, qualche location e gli abiti.

Niente di “imperdonabile”, però, perché “Il muto di Gallura” è piaciuto a tutti. Senza se e con pochi “ma”. A grandi e piccini, come si diceva una volta.

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