La Nuova Sardegna

Olbia

La diga del Liscia è piena, Gallura salva dalla siccità

Serena Lullia
La diga del Liscia è piena, Gallura salva dalla siccità

Il livello dell'acqua è al 98% della capienza ma in futuro potrebbe non bastare. Il Consorzio di bonifica: «Agricoltura e turismo crescono con un secondo invaso»

22 giugno 2022
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OLBIA. La grande sete non sarà un tormentone dell'estate in Gallura. La diga del Liscia è gonfia di acqua, al 98,64%. Oltre 102 milioni di metri cubi, a un passo dalla capienza massima di 104 milioni. Il nord Sardegna, costretto a convivere per decenni con la siccità, ha imparato sulla sua pelle come difendersi dalle temperature bollenti che risucchiano i corsi d'acqua e bruciano campi e campagne. Ma di fronte al caldo in continua crescita e agli inevitabili cambiamenti climatici tutto ciò potrebbe non bastare. Il Consorzio di bonifica della Gallura non ha dubbi. Serve una seconda diga, un nuovo bacino in cui accumulare e conservare ulteriori preziose riserve di acqua per il territorio. Estate serena.

«Lo stato di salute del nostro invaso è buono - commenta il presidente del Consorzio, Marco Marrone -. Possiamo affrontare la stagione estiva con una certa tranquillità. Non ci sono all'orizzonte rischi di razionamento dell'acqua. Per assurdo, dopo decenni in cui abbiamo patito la siccità, oggi ci troviamo in una situazione di tranquillità perché nel tempo ci siamo strutturati. L'emergenza che si sta verificando nel nord Italia è legata al fatto che loro hanno sempre lavorato su canale, noi sull'acqua invasata. Va però evidenziato un aspetto: serve investire più risorse per l'irriguo e l'approvvigionamento. Abbiamo bisogno di ulteriori scorte». Già a gennaio i livelli dell'invaso del Liscia facevano guardare all'estate con serenità, 80 per cento di capienza con 85 milioni di metri cubi. Merito delle abbondanti precipitazioni che erano state registrate a novembre e dicembre. Una seconda diga. Marrone ricorda che la diga del Liscia ha mezzo secolo di onorato servizio sulle spalle. «Nata 50 anni fa, con una popolazione, un'agricoltura e un turismo ben diversi dalla situazione attuale. Serve un altro invaso e c'è uno studio per realizzare la diga di San Simone».

Il progetto prevede uno sbarramento tra Arzachena e Bassacutena sul rio San Simone «che ci permetterebbe di avere altre scorte di acqua, così da essere davvero tranquilli. Ma la realizzazione di quest'opera significa molto di più. Consentirebbe di programmare un ulteriore sviluppo turistico e agricolo, settori da cui arrivano molte richieste». A oggi la diga del Liscia disseta 17 comuni della provincia di Sassari. Solidarietà. Il numero uno del Consorzio di bonifica è solidale con le regioni del nord che affrontano la siccità peggiore degli ultimi venti anni. «Per molto tempo siamo stati in pochi a parlare di problemi idrici e siccità - sottolinea Marrone -. Oggi improvvisamente tutta l'Italia vive un'emergenza idrica che noi conosciamo bene. Per una volta siamo avanti rispetto al resto del Paese perché ci siamo strutturati per affrontare il problema. Ma è arrivato il momento di andare oltre la diga del Liscia a cui non possiamo affidare in modo esclusivo il nostro futuro».

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