La Nuova Sardegna

Olbia

Concessioni

La Maddalena, allevamento di ostriche: l’Ente parco in tribunale

di Tiziana Simula
La Maddalena, allevamento di ostriche: l’Ente parco in tribunale

Querela di Aversano per il braccio di ferro

13 gennaio 2023
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La Maddalena Il braccio di ferro con il Parco intrapreso da un giovane imprenditore, Pietro Aversano, che chiedeva la concessione di uno specchio d’acqua nell’arcipelago per realizzare un allevamento di ostriche e spugne di mare, è finito in tribunale. Sotto accusa il presidente Fabrizio Fonnesu e l’ex direttore Michele Zanelli. La Procura di Tempio ha chiesto il loro rinvio a giudizio per rifiuto di atti d’ufficio e nella prossima udienza, fissata a giugno, il gup Claudio Cozzella deciderà se mandarli a processo come chiesto dal pubblico ministero o proscioglierli dalle accuse come sollecitato dai loro difensori, gli avvocati Agostinangelo Marras (per Fonnesu) e Gabriele Brigoni (per Zanelli), che ieri hanno prodotto documentazione difensiva, tra cui lo Statuto del Parco.

Secondo le contestazioni della Procura – i fatti si riferiscono al 29 maggio 2020 –, Fonnesu e Zanelli non avrebbero risposto entro i trenta giorni previsti, alla richiesta di Pietro Aversano: non avrebbero rilasciato il parere richiesto dalla Regione, né avrebbero spiegato le ragioni del ritardo.

In sintesi la vicenda è questa. Pietro Aversano aveva presentato una richiesta di concessione di uno specchio di mare (poco meno di cinque ettari) in località Passo della Moneta (tra La Maddalena e Caprera), per realizzare un allevamento di ostriche e spugne di mare. Ma il Parco di La Maddalena aveva rilasciato parere negativo: per l’ente gestore dell’area marina, l’iniziativa avrebbe compromesso l’habitat.

«La “Crassostrea gigas” – scriveva l’ente nel suo parere negativo –, è meglio conosciuta come ostrica giapponese. Nei parchi sono vietate attività e opere che possono compromettere la salvaguardia del paesaggi, in particolare è vietata la propagazione di specie potenzialmente invasive, di provenienza esterna al territorio del sito».

Autorizzazione negata dunque. Ma Aversano non si era arreso. E, attraverso il suo legale, l’avvocato Appeddu, aveva presentato osservazioni, controdeduzioni e documentazione integrativa alla richiesta di concessione per l’allevamento. Al Parco era arrivato un atto di diffida e messa in mora affinché si pronunciasse in merito alle sue richieste. Ma, stando alle accuse della Procura che aveva aperto un’inchiesta in seguito alla querela presentata da Aversano, Fonnesu e Zanelli non avevano rilasciato alcun parere (richiesto dalla Regione), né esposto le ragioni giuridiche e i riferimenti normativi che impedivano l’emissione della risposta. Ieri la vicenda giudiziaria è stata trattata davanti al gup. I difensori dei due imputati hanno prodotto la documentazione difensiva, compreso lo Statuto del Parco. Il pubblico ministero ha chiesto tempo per poterlo esaminare e il giudice ha rinviato l’udienza all’8 giugno.

Il progetto di Aversano ora è decollato.
 

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