La Nuova Sardegna

Olbia

La protesta

Olbia, caro insegne da brividi: i negozianti si rivolgono al giudice

di Serena Lullia
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Insegne a lutto - caffetteria Tiramisù in V.le A. Moro
- Insegne a lutto - caffetteria Tiramisù in V.le A. Moro

Comincia la mobilitazione delle partite Iva contro le cartelle a più zeri del Comune

09 marzo 2023
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Olbia La battaglia delle insegne a peso d’oro si sposta in tribunale. Alcuni commercianti hanno già affidato ai legali l’incarico di impugnare le cartelle macigno con cui il Comune, attraverso l’Aspo, chiede il pagamento della tassa sulle vetrofanie. Tra i primi a opporsi alla decisione dell’amministrazione c’è Lino Mura, titolare dell’agenzia immobiliare Brilas, in viale Aldo Moro. Per lui il salasso ammonta a 7558 euro. A fronte di un migliaio di euro pagato fino a due anni fa. Dentro la cartella c’è l’aggiornamento del canone unico patrimoniale calcolato sui centimetri di insegne e di vetrofanie esposte. Più la sanzione per non aver versato la quota lo scorso anno.

Mura, che è anche dirigente Confcommercio, contesta l’approccio morbido dell’associazione di categoria. Punta il dito contro il Comune e smantella pezzo dopo pezzo le dichiarazioni del sindaco Nizzi a difesa dei rincari. «Il nostro primo cittadino ha citato dei numeri per giustificare il suo accanimento contro la nostra categoria. Dice che si è visto costretto perché c’erano troppi abusivi. Non è proprio la verità. Io, e come me tanti altri colleghi abbiamo sempre pagato le insegne. Fino agli aumenti spropositati di due anni fa. Il sindaco dice poi che vuole venire incontro alle aziende ma se così fosse stato, ci avrebbe avvisato per tempo chiedendoci di metterci in regola. Invece ci ha mandato la cartella non solo con il canone triplicato sulle insegne, ma anche con la sanzione calcolata su quell’importo. Evidente che questo è un modo di fare cassa, non di aiutare le aziende, in particolare quelle più piccole che per farsi notare dai clienti hanno bisogno di una insegna sulla strada. Parliamo di piccoli commercianti che hanno ricevuto cartelle da 2800 euro a fronte di incassi annui di 28mila euro».

Mura cita poi il comune dirimpettaio di Loiri Porto San Paolo che nei giorni scorsi ha pubblicato un bando con contributi a fondo perduto per aiutare le piccole imprese che affogano tra pagamenti, concorrenza dei giganti del commercio e aumenti dei costi dell’energia. «Mentre Loiri Porto San Paolo aiuta la categoria Olbia ci usa per fare cassa – attacca –. Forse il sindaco è convinto che siamo milionari».

Nizzi, nell’incontro in Confcommercio aveva detto in modo chiaro che non era possibile tornare indietro. Le tasse sulle insegne, aggiornate dopo anni, vanno pagate. E anche le multe. «Se ci fosse stata la volontà politica il Comune avrebbe potuto fare un passo indietro. Ad esempio ritirando i provvedimenti in autotutela. Ma il sindaco ci considera sudditi. Lui comanda e noi dobbiamo eseguire senza contestare. Dopo anni di pandemia in cui abbiamo sofferto tanto, in cui abbiamo dovuto fare ricorso ai sussidi per sopravvivere, l’amministrazione cosa fa? Mette le mani in tasca agli operatori commerciali. E la Confcommercio, invece di difenderci, giustifica questo comportamento».

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