Abusi edilizi a Tavolara, ambientalisti parte civile
Accolta la richiesta del Grig che nel 2019 denunciò il caso
Olbia Il giudice del tribunale di Tempio Nicola Bonante ha sciolto la riserva sulla richiesta presentata dal Gruppo d’intervento giuridico: ha detto sì alla costituzione degli ambientalisti nel processo sui presunti abusi edilizi a Tavolara. Sotto accusa i lavori di ristrutturazione di un immobile di proprietà della famiglia Marzano. Dopo numerosi rinvii, ieri, il processo è decollato. Il Tribunale ha predisposto un serrato calendario delle udienze, si riprenderà il 5 ottobre. Era stata proprio l’associazione ambientalista – rappresentata dall’avvocato Susanna Deiana – a segnalare, nel settembre 2019, il caso alla Procura che mise sotto sequestro preventivo la villa in costruzione. Il cantiere è tuttora sotto sequestro. Al centro della vicenda giudiziaria, i lavori di ristrutturazione della casa rurale, trasformata, secondo le accuse in una villa di circa 300 metri quadrati su due piani, in corso di completamento a un centinaio di metri dal mare. Accuse infondate per i difensori di Vittorio e Loredana Marzano, gli avvocati Danilo Mattana e Giancomita Ragnedda, che ribadiscono che non ci sia stato alcun aumento di volumetria e che il reato ambientale sia cessato ed estinto. «Il Tribunale ha finalmente fissato le udienze del processo e in quella sede si potrà accertare, nel contraddittorio, che alcun abuso è stato compiuto e che il fabbricato è perfettamente corrispondente a quello preesistente, risalente agli anni ’30, essendo ad oggi maggiormente visibile solo perché ricostruito con materiali ecosostenibili e non finito perché il cantiere è stato bloccato dallo stesso tribunale in attesa della conclusione del processo», spiegano di difensori. Che evidenziano infine che «l’iter di sanatoria edilizia e paesaggistica è durato due anni e ha coinvolto numerosi enti, i quali hanno espresso parere favorevole perché non c’è stata alcuna modifica strutturale rispetto al preesistente». (t.s.)