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Il bilancio

Donazione degli organi a Olbia: «40 anni di sensibilizzazione dell’Aido, ma non bastano»


	Antonia Pinna riceve il riconoscimento nazionale per il grande lavoro a servizio dell'Aido
Antonia Pinna riceve il riconoscimento nazionale per il grande lavoro a servizio dell'Aido

Premio ad Antonia Pinna e ovazione degli studenti

06 dicembre 2023
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Olbia Quando Franco Pala, a lungo primario di anestesia e rianimazione dell’ospedale di Olbia, legge il messaggio di saluto del vescovo Roberto Fornaciari e pronuncia il nome di Antonia Pinna, nella sala conferenze del museo scatta l’applauso spontaneo di decine di ragazzi. Hanno 16-18 anni e studiano nelle scuole superiori cittadine, hanno almeno sei decenni in meno della minuta signora che siede al tavolo della presidenza insieme agli altri relatori ma sanno benissimo chi è: generazioni di giovani olbiesi l’hanno incontrata, sempre sorridente e infaticabile, nelle scuole dove è andata a promuovere la donazione degli organi.

Da 40 anni è «l’ispiratrice, l’anima, le gambe e le mani» dell’Aido Olbia, legge il presidente del Medici cattolici della diocesi Tempio-Ampurias nel messaggio firmato da dom Roberto Fornaciari. La sezione olbiese dell’associazione italiana dei donatori d’organo fa il bilancio dei suoi 40 anni di attività. Antonia Pinna, che ieri ha ricevuto un riconoscimento nazionale, è stata tra i pionieri che insieme a Ignazio Urtis, cui la sezione è dedicata, hanno permesso a Olbia di raggiungere un ottimo livello di donazioni, come spiegano lo stesso Pala e Fabienne Fonnesu, la dottoressa che ne ha preso il posto come coordinatrice per i trapianti dell’Asl Gallura. Ma ora, forse a causa della lunga notte del Covid, c’è un arretramento.

Quest’anno a Olbia c’è stata una donazione multiorgano, l’anno scorso erano state due. Sono aumentate anche le opposizioni: quattro i casi in cui i famigliari del possibile donatore hanno detto no. Dunque di Aido c’è ancora bisogno, come dice Gerardo De Luca, il presidente in carica della sezione olbiese. Il confronto con i ragazzi fa ben sperare. Vi partecipa anche il presidente regionale Roberto Simbula, mentre l’assessore Alessandro Fiorentino porta il saluto e la riconoscenza dell’amministrazione comunale.

Gli studenti del liceo classico Gramsci hanno presentato un vero e proprio manifesto a favore della cultura della donazione. «Riteniamo – vi si legge tra le altre cose – che la donazione di organi sia un gesto che incarna un valore non solo civile, ma anche umano. Tutto ciò che è umano ci riguarda, dunque anche la vita di chi anche non fosse un nostro familiare, un nostro amico o un nostro concittadino, proprio in quanto esseri umani, soprattutto nel momento in cui possiamo fare qualcosa per migliorarla, se non addirittura per salvarla e permetterla. Il gesto del dono non si ferma però ai suoi destinatari, ma riguarda la persistenza stessa della vita, che procede da un corpo ad un altro rendendoci coscienti nel processo dell'organicità delle nostre vite; è il riconoscimento della nostra esistenza come singoli ma uniti organicamente nella specie, sintetizzando in un gesto di generosità la nostra natura e lasciandoci un'umanità più forte e coesa».

L’idea, a gennaio e febbraio, dopo le vacanze di fine anno, è quella, insieme all’Avis, di dare più spazio alla formazione medica e civica nelle scuole e non solo. Che i giovani siano sulla buona strada, del resto, lo si può vedere fino a domenica prossima nella mostra inaugurata ieri al museo. «Sono esposti – spiega De Luca – i lavori sulla donazione degli organi prodotti in questi 40 anni dagli alunni delle scuole elementari e medie della città. Con il loro candore, indicano la strada da seguire sul piano etico e scientifico». (a.se.)

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