Arzachena, Michele Fresi davanti al gip: «Ero convinto di essere aggredito dagli alieni»
Il parricida ha detto al giudice di aver assunto dieci dosi di Lsd e cocaina e di essere stato in preda alle allucinazioni
Arzachena «Vedevo alieni intorno a me, ero convinto che ci stessero aggredendo e io cercavo di difendermi e chiedevo aiuto anche ai carabinieri». Interrogato dal gip del tribunale di Tempio, Marco Contu, Michele Fresi, il 27enne di Arzachena che mercoledì a notte fonda ha ucciso il padre a bastonate dopo aver anche ferito una sua amica e aggredito due carabinieri, ha ammesso di aver assunto droghe in dosi massicce quella sera: dieci dosi di Lsd e poi anche cocaina.
Era in preda alle allucinazioni e ha detto di non ricordare niente di ciò che ha fatto, di essere convinto che ci fosse un attacco da parte degli alieni. Il giovane, difeso dall’avvocato Pierfranco Tirotto, è stato riaccompagnato in cella. Il gip ha disposto la misura cautelare in carcere.
Michele Fresi è accusato di omicidio aggravato (per aver ucciso suo padre), resistenza e lesioni personali aggravate dall’uso di un’arma.
Giovanni Fresi, 58 anni, orafo conosciuto e stimato, era morto in ospedale due ore dopo l’aggressione da parte del figlio che gli aveva sferrato un colpo in testa con un bastone di legno. (t.s.)