Guerra del fuoco a Olbia, escalation di raid incendiari: bruciate 13 auto
Il comitato per la sicurezza: più controlli
Sassari A Olbia è “guerra del fuoco”. Con una raffica di raid incendiari che ha incenerito nel giro di due mesi ben tredici macchine (stanotte l’ultima). Gli ultimi due episodi risalgono a una settimana fa: due auto sono state distrutte durante la notte, in zona Orgosoleddu, e una terza, in zona San Nicola. Un’intimidazione sfrontata, quest’ultima, messa a segno per la prima volta in pieno giorno. La raffica di attentati era cominciata la notte di San Silvestro: il rogo aveva mandato in fumo un chiosco sul mare, a Marinella. Poi, si è passati alle macchine. Il 15 gennaio le fiamme avevano divorato cinque auto, una dietro l’altra, in zona Sa Minda Noa, due erano del canoista Francesco Gambella.
La catena delle intimidazione era proseguita il 5 febbraio: ad essere prese di mira le macchine del bodybuilder olbiese Gianluca Degortes, del fratello e della cognata. Poi, l’incendio all’auto di una pensionata. Infine i nuovi episodi di una settimana fa. Un’escalation di violenza che preoccupa fortemente la città. Di microcriminalità e ordine pubblico a Olbia e in Gallura, si è parlato nella riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica che si è svolto ieri in Prefettura, a Sassari. Una lente di ingrandimento su un territorio «trainante per tutto il nord Sardegna».
Nel corso dell’incontro è stato fatto un esame approfondito sul fronte della sicurezza dando la parola agli stessi sindaci dei comuni – presenti le amministrazioni di Sassari, Olbia, Arzachena, Tempio, La Maddalena, Golfo Aranci, Santa Teresa e Palau –, ognuno dei quali ha fatto una fotografia del proprio territorio, spiegando quali sono le denunce dei cittadini più diffuse, e portando le proprie istanze. Hanno indicato tra i reati percepiti come più preoccupanti da parte della popolazione, soprattutto lo spaccio di sostanze stupefacenti, gli atti vandalici e il disturbo della quiete pubblica nell’ambito della mala movida.
«È emersa l’esigenza di mantenere tutti i presidi della Gallura e di incrementarli, vista la distanza tra un comune e l’altro e la diversità di caratteristiche», ha spiegato al termine dei lavori la prefetta di Sassari, Grazia La Fauci. Uno dei fenomeni più preoccupanti sui quali è stato messo l’accento è il traffico di sostanze stupefacenti. È emerso che la Sardegna è la seconda regione in Italia in quanto a produzione di marijuana. Con la conseguente necessità di incrementare i controlli sul traffico di sostanze stupefacenti non più solo in entrata nell’isola, ma anche in uscita.
«Ci faremo portavoce, insieme al procuratore di Tempio e al procuratore generale e a tutte le istituzioni presenti oggi, presso le strutture ministeriali per avere ancora più risorse, assolutamente necessarie per fronteggiare ed evitare che la macrocriminalità possa insediarsi in Sardegna», ha rimarcato la Prefetta. Che ha anticipato altri vertici, a breve, su temi più specifici. Uno dei quali verterà proprio sui controlli nei porti e negli aeroporti. In attesa dell’aumento degli organici nei commissariati di Olbia e Cannigione, annunciato dal questore di Sassari, Claudio Sanfilippo, e per i quali occorreranno i tempi tecnici, la decisione assunta ieri è questa: «Mettere a sistema in modo migliore ciò che abbiamo, razionalizzare l’esistente, soprattutto a Olbia, dove i numeri che abbiamo, coordinandoli anche con le polizie municipali, possono dare maggiori risultati sul controllo del territorio», ha detto la Prefetta. A proposito di Olbia, la vicesindaca Sabrina Serra, ha chiesto controlli a tappeto nelle vie più a rischio della città, teatro di spaccio e criminalità, in particolare in via San Simplicio e via La Marmora.
Il procuratore di Tempio Gregorio Capasso e il procuratore generale Luigi Patronaggio hanno arricchito il quadro conoscitivo spiegando gli ambiti di intervento, sia in merito alla repressione della cosiddetta “criminalità di strada”, maggiormente percepita in termini di sicurezza da parte dei cittadini, sia con riferimento al contrasto a quei fenomeni criminali che possono profondamente inquinare l’economia di un territorio, quali il traffico di sostanze stupefacenti, i reati in materia ambientale e il riciclaggio di capitali di provenienza illecita. «Ringrazio il Prefetto e il procuratore generale per aver posto l’attenzione sulla Gallura perché è la prima volta che si realizza un Comitato ad hoc per il nostro territorio – ha rimarcato Capasso –. Un territorio primo in Sardegna come flussi e numeri, ma ultimo come mezzi e risorse per fronteggiare la situazione».