La Nuova Sardegna

Olbia

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Incidenti sul lavoro, la Cisl Gallura: «Dati allarmanti, serve un patto di responsabilità»

di Giandomenico Mele
Incidenti sul lavoro, la Cisl Gallura: «Dati allarmanti, serve un patto di responsabilità»

Dall’inizio dell’anno due morti e 18 feriti. Il segretario Mirko Idili: «Necessario tenere alto il livello di attenzione»

06 aprile 2024
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Olbia. Di lavoro in Gallura si continua a morire. Nasce così l’iniziativa della Cisl di mettere insieme lavoratori e datori di lavoro offrendo le basi della consapevolezza che la sicurezza sui luoghi di lavoro vuol dire spesso sopravvivenza. I dati sono allarmanti: si contano già due morti sul lavoro, un operaio a Buddusò e uno in un cantiere a Olbia, nei primi tre mesi del 2024. Ma in questi tre mesi gli infortuni sul lavoro sono stati 18, tra gravi e gravissimi, cioè con una inabilità superiore ai 40 giorni di invalidità permanente. Cosa fare davanti a un’emergenza totale sul fronte del lavoro, in uno dei territori a più forte vocazione imprenditoriale? Se ne è discusso ieri nella sede della Cisl Gallura, che ha costruito un tavolo di concertazione alla presenza di Mirko Idili, segretario Cisl Gallura, insieme a Confartigianato (con il segretario Federico Fadda), Cna (con la direttrice Marina Deledda) e Spresal e Ispettorato del lavoro, rappresentati da Pietro Masia e Simona Cubeddu.

Nel 2023, la Gallura ha fatto registrare 44 infortuni sui luoghi di lavoro, in quella che è stata la provincia italiana con il tasso di crescita delle imprese più elevato, raggiungendo il + 2,23% e posizionandosi davanti a realtà economiche come le province di Milano e Roma, rispettivamente al secondo e terzo posto con tassi del 2,10% e dell’1,91%. «Sono dati gravissimi, dimostrano che in Gallura nei primi tre mesi del 2024 l’incidenza della mortalità sui luoghi di lavoro è già altissima, con percentuali che in passato si sono raggiunte oltre la metà dell’anno – spiega Mirko Idili –. Con l’incontro che abbiamo scelto di fare all’interno della mobilitazione nazionale “Fermiamo la scia di sangue” proponiamo un patto di responsabilità tra sindacati, istituzioni e imprese, vogliamo creare un sistema connesso tra i diversi attori del lavoro. Nell’incontro ci sono Cna e Confartigianato, abbiamo avuto gli interventi di tanti artigiani, operai, imprenditori, non in una logica di contrapposizione».

Come hanno confermato i rappresentanti di Spresal e Ispettorato del lavoro, per arginare le continue morti bianche è necessario favorire una maggiore cultura della sicurezza, nel senso della cultura del lavoro sicuro. In Gallura gli incidenti sul lavoro rappresentano una triste realtà, legata anche a fattori quali la marcata stagionalità e la elevata mobilità professionale dei lavoratori, che rappresentano elementi di criticità riguardo al tema della sicurezza. «Anche per questo motivo è necessario tenere alto il livello di attenzione, favorendo il mettere a fattore comune le migliori esperienze e le competenze dei diversi protagonisti presenti sul territorio – sottolinea ancora Idili –. La coerenza della politica deve puntare ad aumentare gli organici, non solo rivolgendosi alle funzioni di vigilanza e controllo ma, come ha sostenuto Simona Cubeddu dell’Ispettorato del lavoro, incentivando la consulenza e l’assistenza a imprese e lavoratori. Questo è il primo di una serie di incontri che abbiamo intenzione di allargare a vari settori della società».

La maggior parte degli incidenti sul lavoro sono avvenuti nel settore dell’edilizia, ma anche in agricoltura. L’anno si è aperto con la morte di un operaio di 63 anni a Buddusò, Sergio Vannini, caduto dal tetto di un capannone di un’azienda agricola, seguita dalla morte di un operaio kosovaro di 43 anni, Baskim Bitichi, precipitato all’interno di un cantiere edile di Olbia. «Chiediamo alla Asl l’impegno a riconoscere allo Spresal il suo ruolo fondamentale, fortemente ridimensionato con il passaggio da struttura complessa a dipartimentale semplice – dice ancora Mirko Idili –. Vuol dire che loro per primi non credono in questo servizio, che ha bisogno di risorse e organici. Quanto più saremo capaci di investire nella prevenzione, formazione, assistenza e consulenza, più saremo in grado di arginare i potenziali rischi nei luoghi di lavoro».

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