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La svolta

Golfo Aranci, la stazione ferroviaria diventa un centro di servizi

di Marco Bittau
Golfo Aranci, la stazione ferroviaria diventa un centro di servizi

Presentato a Roma il piano del Gruppo Fs. Previsti ambulatori, farmacie e negozi. Il movimento treni resterà operativo

16 aprile 2024
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Golfo Aranci. Irrompe nel bel mezzo della campagna elettorale il progetto del gruppo Fs denominato “stazioni del territorio” per rigenerare i piccoli centri con nuovi servizi negli immobili che ospitano i terminal ferroviari. Un grande disegno di rigenerazione urbana che, almeno nel caso di Golfo Aranci, arriva a destinazione dopo un lungo percorso durato anni di progettazioni e interlocuzioni tra l’azienda ferroviaria e l’amministrazione comunale. In sintesi, restano i treni, ma la stazione diventerà un centro polifunzionale per l’erogazione di servizi commerciali, sanitari e di protezione civile. Il progetto è stato presentato ieri nella sede del gruppo Fs a Roma. Presenti il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, il segretario generale dell’Anci Veronica Nicotra, gli amministratori delegati del gruppo Fs e di Rfi, rispettivamente Luigi Ferraris e Gianpiero Strisciuglio, il direttore della Luiss school of government Giovanni Orsina. Collegato in streaming anche il sindaco di Golfo Aranci Mario Mulas, da tempo impegnato in un confronto con il gruppo Fs per riqualificare la storica stazione del paese, un tempo strategica per il trasporto di merci da e per l’isola, ma che oggi gestisce una collegamento residuale nella rete ferroviaria della Sardegna.

In tutta Italia sono 20 le stazioni ferroviarie inserite nel progetto, tutte di comuni con meno di 15 mila abitanti. In Sardegna sono due, Golfo Aranci e San Gavino Monreale. «L’obiettivo – Spiega il gruppo Fs – è rendere le stazioni ferroviarie un valore aggiunto del tessuto sociale sfruttandone la presenza capillare sul territorio nazionale per convertirle in centri multiservizi per i cittadini e le comunità locali utilizzando fabbricati con spazi disponibili e aree esterne in disuso così da metterli a disposizione della cittadinanza con l’inserimento di servizi polivalenti e di pubblica utilità». «Per ogni stazione – aggiunge l’azienda – sono state ascoltate le esigenze espresse dal territorio e sono stati inseriti i servizi e le funzioni richieste, dagli ambulatori medici alla farmacia, dalle postazioni di lavoro con prese elettriche ai servizi clienti Amazon Locker».

I criteri per la selezione delle 20 stazioni da riqualificare sono stati i seguenti: comuni sotto i 15 mila abitanti, copertura della rete internet, disponibilità di spazi adeguati all’inserimento dei servizi (con il movimento dei treni operativo), e situate prevalentemente in contesti urbanizzati. I servizi che saranno erogati sono stati oggetto di accordi sottoscritti dal fruppo Fs con: Amazon Locker, l’Associazione nazionale carabinieri, la Croce rossa italiana, la Federazione dei medici di medicina generale, Federfarma e Sport e salute. Inoltre, il progetto “Stazioni del territorio” prevede anche l’interlocuzione con Infratel Italia che, in coordinamento con i comuni interessati, è a disposizione per portare la connessione wi-fi gratuita all’interno delle stazioni rigenerate.

La genesi del progetto è di natura accademica. Secondo lo studio "Piccole stazioni: un tempo nuovo per i borghi”, realizzato dal Policy observatory della Luiss school of government in collaborazione con il gruppo Fs è emerso infatti che il 78% degli intervistati ritiene che risiedere in un borgo offra una migliore qualità della vita rispetto alla città. Inoltre, il 39% dei giovani tra i 18 e i 34 anni ha valutato la possibilità di vivere in un borgo. Questa tendenza, tuttavia, secondo il Policy observatory della Luiss deve fare i conti con alcune sfide solo apparentemente insuperabili, come l'accesso ai servizi, la connettività e le opportunità di lavoro. «Il progetto “Stazioni del territorio”, quindi – conclude il gruppo Fs – si propone come un ponte verso la realizzazione di questa aspirazione, offrendo alle stazioni una rinnovata centralità ma anche un cambio di visione: da semplici snodi ferroviari a hub di servizi, cultura e coesione sociale per le comunità che li ospitano».

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