La Nuova Sardegna

Olbia

La sentenza

Olbia, il lavoro promesso non c’è: 53enne condannato per truffa

di Tiziana Simula
Olbia, il lavoro promesso non c’è: 53enne condannato per truffa

Era accusato di aver raggirato una coppia prospettandogli incarichi in un’impresa nautica fantasma

22 maggio 2024
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Olbia Lei, credendo al suo amico che le aveva promesso incarichi in una nuova società attiva nella cantieristica navale, si era perfino licenziata dal lavoro. E suo marito non aveva accettato altre offerte di lavoro nella convinzione di dover essere impiegato a breve insieme alla moglie nella nuova attività imprenditoriale. Invece era tutto falso. La nuova impresa non è stata mai avviata e la società mai creata. In compenso, la coppia gli aveva consegnato a più riprese soldi – quantificati in 38mila euro – che dovevano servire, così sosteneva l’imputato, per coprire le varie spese della fantomatica società.

Ieri la giudice Marchesa Bechere, accogliendo la richiesta della pm Franca Cabiddu, ha condannato Giovanni Degortes, 53 anni, di Olbia a 9 mesi di reclusione (pena sospesa) e 800 euro di multa. Accordata la provvisionale immediatamente esecutiva di 38mila euro alla coppia costituita parte civile con l’avvocata Eleonora Bianco. L’imputato era accusato di truffa aggravata.

La vicenda risale al 2019. Secondo le accuse, Giovanni Degortes, aveva promesso all’amica di ricoprire cariche sociali in una nuova impresa nella quale avrebbe potuto lavorare anche suo marito. A ogni versamento di soldi, l’uomo le avrebbe confermato le diverse attività poste in essere per la realizzazione del progetto. Salvo poi scoprire che in realtà non esisteva un bel nulla. Pm e parte civile hanno evidenziato come i due non solo non avevano avuto il lavoro promesso, ma avevano perso anche il loro, e rimesso di tasca pure 38mila euro. Il difensore d’ufficio dell’imputato, l’avvocato Giuseppe Corda, ha chiesto l’assoluzione soffermandosi sul concetto dell’induzione all’errore. Ma le argomentazioni della difesa non hanno convinto la giudice che ha ritenuto l’imputato responsabile del reato di truffa aggravata.

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