Disturbi alimentari, giovani senza assistenza
Lo sfogo di una madre il cui figlio soffre di anoressia nervosa: «Nessuno lo cura»
Olbia «Abbandonati. I tanti giovani che soffrono di disturbi alimentari da mesi non hanno più nessuno, nel sistema sanitario pubblico, che possa seguirli. Una vergogna. A Olbia, dal novembre 2022, non c’è più l’équipe dedicata e i pochi specialisti al lavoro possono seguire un numero limitato di pazienti. Di più. Anche a Sassari, dove siamo stati mandati, dallo scorso maggio non possono più riceverci perché stanno mettendo in sicurezza il reparto».
A parlare, con tanta amarezza e profonda delusione, è la madre di un sedicenne che soffre di anoressia nervosa. «Una diagnosi, tra l’altro, a cui si è arrivati dopo mesi. Avevo notato in mio figlio qualcosa di strano, cominciava a evitare alcuni cibi e mi sono preoccupata. Il mio medico di famiglia mi ha indirizzata subito a un nutrizionista e lui ci ha informati che quando si tratta di disturbi alimentari bisogna essere seguiti da una équipe, composta da neuropsichiatra infantile, nutrizionista, psicologa ed educatrice alimentare. Pensavo di essere stata fortunata ad essermi accorta per tempo di alcuni segnali e di aver trovato la soluzione. Invece l’équipe è saltata subito, mancavano i fondi. Allora siamo stati dirottati su Sassari».
«Abbiamo viaggiato, per un anno, tutte le settimane per essere seguiti (figlio e genitori) dagli specialisti. All'inizio del 2024 – continua la donna – hanno però deciso di spostare il reparto di neuropsichiatria infantile (che si trovava al meno 2) al quarto piano, vicino a quello che si occupa di nutrizione. E le volte successive ci siamo resi conto che avevano protetto il vano delle scale con una rete. Dallo scorso maggio, però, mio figlio non ha più assistenza. Ci hanno comunicato, da Sassari, che stanno mettendo in sicurezza lo stabile. Quindi tutti i ragazzi e le ragazze che soffrono di disturbi alimentari, e sono davvero numerosi, sono in pausa forzata. I medici sono mortificati per la situazione, non sanno che cosa dire e capiscono il nostro dramma. Ma è inevitabile porsi una domanda: chi ha avuto la brillante idea di spostare un reparto sensibile come la neuropsichiatria al quarto piano? Non solo a Olbia non abbiamo assistenza, ora nemmeno Sassari può aiutare i nostri figli». (s.p.)