La Nuova Sardegna

Olbia

Il convegno

Magistrati, accademici e forze dell’ordine a confronto sulla Riforma Salvini e l’omicidio stradale

Magistrati, accademici e forze dell’ordine a confronto sulla Riforma Salvini e l’omicidio stradale

Olbia, il convegno organizzato dalla polizia locale ha fatto il punto sui nuovi strumenti normativi e investigativi

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Olbia Dagli accertamenti di polizia giudiziaria, alle funzioni del pubblico ministero che coordina le indagini, fino ad arrivare a quelle del giudice che dovrà applicare la pena. La Riforma Salvini e il reato di omicidio stradale sono stati al centro di un convegno che si è tenuto oggi 4 aprile,  organizzato dalla polizia locale di Olbia, in collaborazione col Comune e l’UniOlbia. Un importante momento di confronto tra competenze accademiche, forze dell’ordine, magistrati e avvocati per fare il punto sui nuovi strumenti normativi e investigativi in materia di sicurezza stradale. La riforma Salvini ha previsto un reato specifico per gli incidenti mortali causati dalla violazione del codice della strada (ad esempio, guida con telefonino, superamento dei limiti di velocità, e così via), ovvero l’omicidio stradale, e introdotto pene più pesanti rispetto all’omicidio colposo. «Lo scopo del convegno – ha spiegato il comandante della polizia locale di Olbia, Giovanni Mannoni che ha moderato l’incontro – era quello di riunire tutte le competenze in materia, partendo dalla dottrina, per proseguire con l’attività della polizia giudiziaria che è quella che materialmente va sul posto ed esegue i rilievi degli incidenti e che fornisce il materiale al pubblico ministero che dirige le indagini, fino ad arrivare al giudice delle indagini preliminari che dovrà applicare la pena, senza dimenticare l’importante figura del difensore». Un quadro completo, insomma.

Il convegno, ospitato nella sala convegni dell’UniOlbia, è stato presieduto da Ivo Collu, funzionario responsabile della formazione dell’ufficio infortunistica della polizia locale di Olbia. Ad aprire gli interventi, Giampaolo Demuro, ordinario di diritto penale all’Università di Sassari che ha trattato il tema “Uguali ma diversi sul reato di omicidio stradale o nautico”. La giudice per le indagini preliminari del tribunale di Tempio, Marcellla Pinna, ha parlato delle misure cautelari e della giustizia riparativa, un istituto introdotto nel 2022 «di cui, purtroppo – ha detto – c’è ancora una scarsa applicazione e di cui, invece, auspico un’ampia applicazione in settori come quello della responsabilità stradale soprattutto per quanto riguarda i familiari delle vittime che spesso si sentono lasciati soli e sembra che non ottengano giustizia dal processo in sé. L’istituto della giustizia riparativa, che ha l’obiettivo di rieducare il reo e rimetterlo in società, si propone di creare una sorta di dialogo tra l’autore del reato e la vittima o i familiari della vittima. La giustizia riparativa – ha rimarcato – non deve essere interpretata come un meccanismo elusivo della responsabilità penale, ma per la sua finalità rieducativa e socializzante». Il sostituto procuratore Noemi Mancini, ha parlato del ruolo del pm nei reati di omicidio stradale, dell’arresto e del fermo, e delle indagini in generale. Giuseppe Altana, praticante avvocato abilitato dal Foro di Tempio Pausania si è soffermato sul tema della responsabilità penale e della guida autonoma. Ha chiuso il convegno il funzionario di polizia locale, Giuseppe Serra, che ha parlato di omicidio stradale alla luce della riforma del codice della strada. (t.s.)

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