Olbia La sua vita è fatta di cuore e diplomazia. Staffan De Mistura, pezzo grosso delle Nazioni Unite, è sbarcato a Olbia per parlare di pace e cooperazione. E lo ha fatto per una occasione speciale: ricordare il medico ortopedico Antonio Sircana e il tecnico ortopedico Roberto Bazzoni, i due olbiesi di 44 e 37 anni morti nel novembre del 1999 in un incidente aereo in Kosovo. Trasportavano protesi destinate ai bambini rimasti senza braccia e senza gambe a causa dell’esplosione di bombe e mine antiuomo. A morire, con loro, altre 22 persone. Artefici di un progetto di volontariato nato all’interno della Caritas diocesana, Bazzoni e Sircana viaggiavano su un aereo targato Onu. Per questo, oggi, 12 maggio, al museo di Olbia è intervenuto Staffan De Mistura. Una lectio magistralis, la sua, rivolta a numerose autorità e a una delegazione degli studenti delle scuole superiori della città.
Il diplomatico. De Mistura, classe 1947, svedese naturalizzato italiano, ha alle sue spalle una monumentale carriera da diplomatico sotto la bandiera Onu. In Italia è stato anche segretario di Stato e viceministro. Ha operato ovunque: Afghanistan, Siria, Iraq, Etiopia, India. Oggi è inviato personale di Antònio Guterres, segretario generale dell’Onu, nel Sahara Occidentale. Così è intervenuto in città nell’ambito delle iniziative organizzate in occasione del 25esimo anniversario della morte dei due volontari olbiesi. «La loro è una storia che mi ha colpito – ha detto De Mistura –. Sarei voluto essere a Olbia per l’ iniziativa di novembre, ma anche questa è l’occasione giusta per chiudere un cerchio che, in realtà, non si chiuderà mai. Olbia ha dimostrato di non voler dimenticare. Ricordo quel giorno, ricordo il panico. La guerra in realtà era finita e non sarebbero dovute esserci più vittime. Quell’aereo finì contro una montagna di 1400 metri per soli 15 metri. Morì anche una mia amica, Paola Biocca, anche lei sarda». De Mistura ha parlato di alcune delle sue incredibili esperienze in giro per il mondo, dall’Etiopia all’Afghanistan, sempre alla ricerca della pace e in aiuto delle popolazioni locali martoriate da fame e guerre. «Della tragedia in Kosovo – ha aggiunto – ricordo però di essere rimasto colpito dalla profonda dignità delle persone a loro vicine. Una grande capacità di affrontare quello che è stato un qualcosa di atroce».
Il Comune. A organizzare l’incontro al museo è stato il Comune insieme alla Caritas. Presente anche il vescovo Roberto Fornaciari. Ad aprire la mattinata è stata Gianna Masu, manager del Comune. Prima di De Mistura è intervenuto il sindaco Settimo Nizzi, collega, in quanto medico, dei due volontari morti in Kosovo. «Di loro conservo bellissimi ricordi – ha detto il primo cittadino –. Avevamo un rapporto di fiducia reciproca. Una tragedia, la loro, difficilissima da sopportare. Diedero la vita per aiutare gli altri. Ricordo quella guerra: ho ancora nella testa l’immagine di un bambino biondo morto durante una traversata in mare. Lo vidi in tv, somigliava a mio figlio. Un bambino morto per il potere della politica e per l’arroganza di pochi». A Olbia sarà presto inaugurato un monumento in ricordo di Bazzoni e Sircana, donato dall’imprenditore kosovaro Vegim Thaqi. «Ancora non abbiamo deciso dove – ha concluso il sindaco –. Stiamo valutando, perché dovrà sorgere in un luogo importante». (d.b.)