Giù dal quarto piano dell’hotel, dopo cinque mesi è ancora mistero
Claudia Chessa aveva detto di essersi lanciata per sfuggire all’aggressione del suo fidanzato Alessio Lupo Rivera
Arzachena Nelle mani degli inquirenti c’è il video di quella notte che riprende il loro litigio nella stanza d’albergo, a Malta. Agli atti, le testimonianze di chi l’aveva soccorsa e le dichiarazioni di lei e dei suoi genitori. Il caso della ragazza di Arzachena, Claudia Chessa, che nella notte tra il 22 e il 23 gennaio scorso si era lanciata dal terrazzino del quarto piano di un hotel per sfuggire, così aveva denunciato la 18enne, all’aggressione del suo fidanzato, Alessio Lupo Rivera, non è ancora chiuso. Si attendono sviluppi nell’attività d’indagine da parte della Procura di Tempio che nei confronti del giovane, anche lui di Arzachena, aveva aperto un fascicolo per maltrattamenti e lesioni in seguito alla denuncia presentata ai carabinieri dal padre di lei. Il 28enne, in pratica, è accusato di averla maltrattata nel tempo, violenze culminate con l’episodio di Malta. L’attività d’indagine dei pm galluresi è volta a cercare riscontri alle accuse della ragazza e dei suoi familiari. Gli accertamenti da parte delle autorità maltesi che hanno collaborato con la Procura di Tempio, dovrebbero essere concluse. Su richiesta del difensore di Alessio Lupo Rivera, l’avvocato Egidio Caredda, è stato dissequestrato e restituito al ragazzo il suo cellulare.
Nel telefonino, c’era il video, registrato dallo stesso giovane, del litigio avvenuto quella notte nella camera d’albergo. Immagini ritenute importanti per la difesa, a sostegno della versione resa da Alessio Lupo Rivera che ha sempre negato di aver messo in pericolo la vita della sua fidanzata. Aveva confermato, però, che litigavano spesso, anche in maniera violenta, ed era successo anche quella notte. La lite era cominciata in discoteca. Per poi proseguire in maniera ancora più accesa nella camera d’albergo. Dall’ospedale di Malta dove aveva subìto un intervento chirurgico alla schiena, gravemente lesionata dopo un volo di dodici metri, fortunatamente attutito dal tendone di un gazebo al pian terreno dell’hotel, Claudia Chessa aveva raccontato in un’intervista a Pomeriggio Cinque quel drammatico litigio con il fidanzato. «Stavamo litigando e mi ha aggredita fisicamente, mi ha colpita con pugni al volto e al petto, fratturandomi una costola, mi ha dato morsi ai piedi, mi ha detto che mi avrebbe ammazzata. Temevo per la mia vita, così sono scappata in bagno e sono andata sul balcone, ho scavalcato la ringhiera e mi sono appesa, con il terrore che potesse raggiungermi. La mia paura era che mi spingesse lui, che mi buttasse lui di sotto. Ho guardato in basso e pochi istanti dopo ho mollato la presa e sono finita sul tendone. Mi è mancato il respiro per qualche secondo, sono scesa dal tendone e ho cercato aiuto. Ho trovato un gruppo di ragazzi e ragazze e ho supplicato di chiamare l’ambulanza, ho detto loro che stavo morendo. Avevo il terrore che se lui fosse arrivato, mi avrebbe ammazzata».
Alessio Lupo l’aveva prima raggiunta in strada e, poi, in ospedale, dove aveva portato i suoi documenti, una presenza confermata dai testimoni sentiti. Il giovane si è sempre difeso sostenendo che tra loro c’era un rapporto tossico, che spesso erano venuti anche alle mani. «Anche quella sera avevo registrato con il telefonino – aveva detto –. Ormai registravo proprio a mia tutela tutto ciò che accadeva. Dalla registrazione si capisce che stavamo litigando, come accadeva tante volte, ma si capisce anche che io non ho spinto Claudia verso il balcone, ma si è alzata dal letto ed è andata verso lo scorrevole aperto perché stavamo fumando e si è gettata nel vuoto». «Il cellulare del mio assistito – spiega l’avvocato Caredda – contiene diversi video che documentano il rapporto tossico, con episodi che potrebbero attirare l’attenzione degli inquirenti e sicuramente finire a dibattimento nel caso di rinvio a giudizio. Abbiamo prove testimoniali che riguardano episodi specifici accaduti ad Arzachena nei mesi precedenti al fatto e che saranno utili per contestualizzare le accuse rivolte ad Alessio Lupo».